Sgomento per la morte di Lorenzo, uno studente obbligato al lavoro gratuito dalla “Alternanza scuola lavoro”. Una morte che si aggiunge ad altre, quotidiane, sui luoghi di lavoro.
L’Alternanza scuola lavoro è una trappola: sottrae tempo allo studio, alla ricerca, alla conoscenza; non può dare gli strumenti per imparare un lavoro; fornisce, per qualche settimana, manodopera gratuita e dequalificata alle imprese; illude le famiglie e gli studenti che questa sia una porta per il futuro lavoro; costa tempo e denaro senza incidere minimamente sul mercato del lavoro; trasforma la scuola, soprattutto quella tecnica, in una istituzione di esclusiva preparazione al lavoro.
Ma questa volta la trappola è stata mortale e ci ha ricordato, se ce ne fosse stato bisogno, che i luoghi di lavoro non sono sicuri perché manca la cultura della prevenzione e della sicurezza, mancano i controlli e i controllori, prevale la logica del profitto che deve abbassare il costo del lavoro.
Chiedete a presidi e docenti, fatevi raccontare, liberata dalle intenzioni, cos’è davvero la Alternanza scuola lavoro. Forse, in qualche caso, scoprirete che serve per fare un po’ di Educazione civica, perché gli studenti vengono a sapere, forse, cos’è un contratto di lavoro, ma cercate di capire se i sindacati giocano un ruolo formativo o questo ruolo è assegnato solo agli imprenditori!
Certamente verrete a scoprire che gli studenti sono contenti, perché così escono dalla noia quotidiana delle lezioni in classe, spesso poco stimolanti. Ma questo ha a che fare con la qualità della didattica.
Si deve uscire dall’idea di scuola della Moratti e dalla “Buona scuola” di Renzi perché la scuola possa migliorare, per questo si deve cancellare l’Alternanza scuola lavoro, questa contribuisce a lasciarla com’è, anzi la peggiora ulteriormente, perché racchiude i saperi nel solo “saper fare” e pone la cultura d’impresa al centro dei processi di formazione.
Marco Sansoè