Congratulazioni: il ghetto di Gaza ora è circondato da una recinzione. …di Gideon Levy
Due milioni di persone sono state imprigionate per 15 anni. La nuova barriera rimarrà lì per sempre.
E’ stata inaugurata una nuova recinzione intorno alla Striscia di Gaza. Recinzione? Una barriera terrificante. Tutti gli ospiti d’onore del Ministero della Difesa sono stati invitati “all’evento che dichiara il completamento del progetto” – escluso Benjamin Netanyahu, che detiene le quote fondatrici del progetto e ovviamente non è stato invitato. Si sono abbracciati, come solo i vecchi sanno fare, hanno dato una pacca sulla schiena di “Mr. Recinto”, il Generale di Brigata Eran Ofir, che ha il titolo poetico di “capo dell’amministrazione del confine e della frontiera”, in un paese che non ha confini e ha a malapena una linea di frontiera. Naturalmente, come rinfresco sono state servite verdure affettate con salse e pasticcini, il ministro della Difesa Benny Gantz ha affermato che la barriera era “creativa”, come se fosse un’opera d’arte, e tutti erano felici e pieni di orgoglio.
Dopotutto, come non gioire di fronte ai 3,5 miliardi di shekel gettati via: in altre parole, sepolti sottoterra, e in cambio dei quali Israele ha ricevuto 2 milioni di metri cubi di cemento, 140 tonnellate di ferro e acciaio che non arrugginirà mai, compresi sensori sensibili a qualsiasi zappa usata da un membro di Hamas, e sicurezza per sempre per i bambini che vivono in Israele vicino al confine di Gaza, il che ovviamente è “inestimabile”.
Sono persino venuti dall’America, che in quel momento era di Donald Trump, per guardare la meraviglia: l’orgoglio di Israele. Ogni raffica di razzi Qassam è passata di lì e ha visto i tre impianti per il cemento che erano stati costruiti, le tonnellate di cemento e ferro versate nel terreno in un paese che paga i suoi disabili 3.200 shekel al mese, e chiede che si accontentino di questo per vivere, perché lo stato non ha soldi
Mentre il mostro di ferro e cemento veniva seppellito nella terra, non si teneva nemmeno una discussione pubblica su questa folle impresa. Perché, cosa c’era da discutere? È sicurezza. È improbabile che ci siano anche solo 1.000 israeliani, esclusi gli appaltatori e le loro famiglie, che ne abbiano sentito parlare. È ridicolo chiedere un dibattito pubblico su una questione che solo i generali di brigata capiscono, e di cui personaggi come Trump sono così entusiasti. È emozionante vedere ora la recinzione in tutto il suo splendore. Può servire da nuovo monumento nazionale per commemorare la precaria sanità mentale che il paese ha perso. Un convoglio di limousine porterà gli ospiti ufficiali dall’estero – direttamente dallo Yad Vashem – a vedere la meraviglia. Qui è sepolta la sanità mentale di Israele. Qui Israele ha seppellito il più profondamente possibile la testa nella sabbia, e qui è stata finalmente dichiarata nazione folle. Uno stato militare sofisticato, che si circonda di recinzioni che non hanno rivali in nessuna parte del mondo, di fronte a milizie scalze, che non smetteranno mai di tormentarlo finché saranno imprigionate all’interno della Striscia di Gaza. Un paese che investe altre decine di miliardi di shekel per prepararsi a un attacco non meno folle all’Iran, sapendo che non lo realizzerà mai, ha bisogno di un monumento alla sanità mentale – e il suo posto è al confine con la Striscia di Gaza. Il ministro della Difesa Benny Gantz e funzionari della sicurezza all’inaugurazione della barriera di Gaza. Eliyahu Hershkovitz
Dietro le facciate ora affollate delle grate di ferro, non è più possibile vedere cosa c’è dall’altra parte. Ma tanto nessuno vuole vedere. Là c’è un enorme campo di concentramento per le persone.
Quando è stata costruita la recinzione intorno a Qalqilyah in Cisgiordania, ha ricordato un campo di concentramento. Chi ha osato fare il paragone è stato subito condannato. Di fronte alla recinzione di Gaza non è più possibile ingannare nessuno: è così che appare la recinzione di un ghetto, di una prigione, di un campo di concentramento. Solo in Israele si celebra la costruzione di un campo di concentramento. Solo i cieli del ghetto sono in qualche modo ancora aperti, e anche questo in modo limitato. Prossimamente, la prossima diabolica invenzione dell’establishment della difesa sarà una cupola di ferro, un enorme soffitto sui cieli di Gaza. Ci sta già lavorando il capo dell’amministrazione “confine e frontiera”. Innanzitutto, finirà il muro intimidatorio che si sta costruendo sul confine libanese, e poi sarà libero di fare anche questo.
Due milioni di persone sono state imprigionate ininterrottamente per 15 anni: non c’è mai stato un altro campo di concentramento come questo. La recinzione che è stata inaugurata martedì è ostinata: rimarrà per sempre. Non sarete mai liberati, abitanti di Gaza. Dopotutto, non si butta un miliardo di dollari nella spazzatura.
La linea Bar-Lev [costruita da Israele lungo la sponda orientale del Canale di Suez nel corso della guerra dei sei giorni del 1967], era una trappola mortale, la barriera di separazione è stata spalancata e squarciata per molto tempo, e non si è imparata la lezione. Ma gli israeliani stanno festeggiando. C’è abbondanza di sicurezza anche nel sud, così tanta sicurezza che non è rimasto più niente per altre cose.
(https://www.haaretz.com/opinion/.premium-congratulations-the-gaza-ghetto-now-has-a-fence-around-it-1.10451441)
Gideon Levy , 9 dicembre 2021