Siamo qui perché non abbiamo certezze.
Perché pensiamo che la scienza non sia una fede ma una ricerca, permanente e responsabile, i cui risultati non possono essere definitivi.
Solo una scienza libera dai condizionamenti dei risultati tecnologici può essere efficace. Solo una medicina libera dai condizionamenti del mercato può essere utile. Tutti i farmaci, di qualsiasi tipo, sono il risultato provvisorio della ricerca e per essi non può che valere sempre il principio di prudenza.
Noi non abbiamo certezze e pensiamo che il dubbio sia il germe necessario per non essere schiacciati dalle regole, dai calcoli, dai miti e dai complottismi. Noi pensiamo che la ragione sia lo strumento per interpretare la realtà e il dubbio il metodo per avvicinarci ad essa.
Ma siamo qui anche per denunciare la gestione sbagliata della pandemia. Comprensibilmente improvvisata nei primi tempi (visto la stato del sistema sanitario) è diventata irrazionale e autoritaria in seguito:
- l’informazione è stata, ed è tuttora, carente, ambigua, contradditoria e omertosa. Alimentando incertezze, confusione e scarsa fiducia nelle istituzioni.
- ci si è preoccupati esclusivamente delle terapie intensive rinunciando, colpevolmente, al rafforzamento e al rilancio della medicina territoriale e alle cure domiciliari;
- si sono chiuse o ridotte le attività produttive e le scuole invece di incrementare i mezzi di trasporto pubblico;
- si è praticata la “didattica a distanza” invece di ridurre il numero di studenti per classe, aumentare il numero delle classi e assumere personale;
- si è imposto per mesi un coprifuoco notturno inutile dal punto di vista sanitario e punitivo per i giovani e il tempo libero di tutti;
- alla gratuità dei vaccini non si è altresì garantita la gratuità dei tamponi.
Ad oggi nel Pnrr, non c’è nulla che garantisca:
- il passaggio da una medicina concentrata solo sull’individuo a una medicina di comunità fondata sulla programmazione sanitaria;
- l’individuazione dei bisogni prioritari di ogni territorio attraverso ricerche epidemiologiche finalizzate alla costruzione di programmi con precise priorità i cui risultati siano verificabili di anno in anno;
- il coinvolgimento dei comuni e dei sindaci all’elaborazione dei piani di salute territoriale; il potenziamento della prevenzione, della sanità territoriale e delle cure primarie;
- la centralità dei distretti sociosanitari e delle strutture intermedie fra le quali le case di comunità;
- la riduzione della presenza del privato e la modifica del rapporto pubblico-privato
Ed ora si è introdotto il Green Pass, strumento repressivo e ricattatorio. Del tutto inutile dal punto di vista sanitario, altrimenti non si spiega perché il Green Pass non sia obbligatorio sugli affollati mezzi pubblici di trasporto urbano e sui treni regionali.
E’ evidente che ha solo lo scopo di obbligare i cittadini a vaccinarsi, così discrimina e punisce i non vaccinati, li criminalizza colpendoli con multe e sanzioni vessatorie, creando un pericoloso e immorale stigma che divide e frattura la società. Tutto ciò contro i dettami della Costituzione che chiede di garantire pari opportunità e favorire l’accesso di tutti i cittadini al lavoro e ai servizi.
Per questo siamo qui oggi. Allo Stato che tratta i cittadini come sudditi, infanti e minorati, allo Stato che non si fida dei suoi cittadini rispondiamo con il dialogo razionale nella società e, se necessario, risponderemo con la disobbedienza civile.