Jennifer Nansubuga Makumbi, Kintu. 66thand2nd € 20
La storia prende avvio a Kampala in Uganda, i primi giorni del 2004, quando Kami Kintu viene, per errore, linciato dalla folla. Forse una maledizione pesa sul clan dei Kintu, da quando nel 1750 durante un viaggio trovò la morte il figlio adottivo di Kintu.
Kintu in luganda vuole dire “cosa” ma è anche il nome del primo uomo della mitologia Ganda.
E’ la storia di una ricerca. Un obiettivo che accomuna tutti i personaggi della vicenda: la liberazione da un peso che si nasconde nell’animo dell’intera famiglia. Ma è anche la storia di una nazione, un “Africanstein”, l’Uganda, come altri paesi africani creato in laboratorio dagli europei.
Forse quel peso è la metafora delle contraddizioni profonde che caratterizzano la storia di un continente stravolto ieri e condizionato oggi dalla civiltà occidentale.
Questo romanzo è l’opera prima di Jennifer Nansubuga Makumbi, salutato come un capolavoro dalla critica, ha vinto il prestigioso Windham-Campbell Prize. La critica l’ha acclamato come l’equivalente ugandese de Le cose crollano del nigeriano Chinua Achebe, capolavoro della letteratura africana.
Makumbi è bravissima, mescola con sapienza leggende orali e credenze magiche, storia politica e violenza, erotismo e dolori, costruendo un affresco che a tratti pare una ricerca antropologica ma che si rivela come la perenne ricerca di dare un senso all’agire delle donne e degli uomini, nel tentativo di accettare l’irrazionale come parte del razionale.
Ma forse tutto sta nell’amara conclusione del prologo del romanzo, quando una donna, masticando canna da zucchero, dice: “è quello che capita a una razza che non riesce a far crescere il suo valore sul mercato”.
Questa è una splendida storia africana che guarda in profondità e lontano e parla a tutte e a tutti.