Duemila metri quadrati di orti urbani in terreni abbandonati della periferia nord di Torino. Il progetto dell’associazione San Tourin per aggregare i giovani attorno al rapporto con la natura
Mauro Ravarino
Un reticolo verde, abbandonato tra i palazzi della periferia di Torino, è diventato un orto urbano. Soprattutto è uno spazio dove si «coltiva» comunità. Ci troviamo in Borgo Vittoria, Torino Nord, tra Barriera di Milano e le Vallette; qui, in via Sospello, ha sede il progetto Scia 131, che – gestito dall’associazione San Tourin – ha riqualificato un’area verde inutilizzata per restituirla alla cittadinanza, con particolare attenzione al coinvolgimento dei giovani. «Perché l’orticoltura, oltre a dare risalto a tematiche fondamentali, come quelle dell’ambiente e dell’alimentazione, può essere uno strumento per costruire relazioni, uno spazio di parola con e per i ragazzi», racconta Diego Gallea, che coordina il progetto nato nel 2016 e che, nella vita, è educatore professionale.
Scia 131 è l’acronimo di Spazio di cittadinanza attiva. Incrocia l’orticoltura urbana con l’educativa di strada in duemila metri quadrati di verde. Qui, fino a cinque anni fa, c’erano solo stoppie, ora, sono presenti serre e cassoni con le verdure di stagione, una biblioteca e un punto di incontro. «Vivo da sempre in questo quartiere e vedere quest’area per oltre dieci anni in uno stato d’abbandono (un tempo sede dell’anagrafe e dei vigili) è stata una ferita aperta. Come associazione pensavamo dovesse essere restituita alla collettività per poter dare un’opportunità ai tanti giovani che non sanno dove andare. La molla fu un fatto tragico del 2014, quando si suicidò un ragazzo che conoscevo bene e come educatore di quartiere sentii il peso di non avere messo in campo tutte le iniziative per sostenerlo. Un orto urbano poteva diventare un’antenna per intercettare anche quei giovani che si rinchiudono in casa, non studiano e non lavorano. E chiesi l’utilizzo di quest’area». Non fu facile, né immediato.
Nel 2015, in accordo con la Circoscrizione 5 di Torino, l’associazione San Tourin ha ottenuto in adozione l’area verde di via Sospello. Poi, nel 2016, grazie al bando-giovani promosso da Compagnia di San Paolo in partenariato con il Gruppo Abele, è nato il progetto Scia 131. «Abbiamo costruito i cassoni di legno, seminato il luogo, coinvolgendo i giovani del territorio, il target di riferimento principale. Ma la spazio – precisa il coordinatore – è aperto tutti, anziani compresi, che vengono e ci aiutano. Perché l’obiettivo è un percorso di attivazione comunitaria di carattere sociale, ambientale e culturale». Nei cassoni sparsi per il giardino vengono coltivate insalate, ravanelli, spinaci, pomodori, patate zucchini, cetrioli, peperoni, peperoncini, erbe aromatiche e altro ancora. Ogni sabato pomeriggio viene allestito un banchetto con la vendita, a offerta libera, dei vari prodotti.
Qual è il potere educativo dell’orticoltura? «Sta nel rapporto con la natura. Se finora è prevalsa una modificazione intensiva dell’ambiente da parte dell’uomo, adesso bisogna tornare al rispetto per la natura, a partire dai bambini. Vivere in armonia con essa. I ragazzi imparano a seminare, preparare il terriccio, piantare e trapiantare, a prendersi cura delle singole piante».
La prima volta che i membri dell’associazione entrarono nella futura Scia 131, tagliarono l’erba incolta con una falce. Adesso, hanno un più comodo tosaerba. E non è l’unica novità: sono state installate tre serre per le colture invernali e nuovi cassoni, grazie alla sponsorizzazione di Misura, che ha scelto, insieme alla piattaforma di crowdfunding PlanBee, Scia 131 come uno dei dieci progetti di A Misura di Verde che, nell’anno della salute delle piante, si è presa cura di diverse aree in nove regioni italiane. «Scia 131 è un perfetto esempio di iniziativa nata dal basso – ha dichiarato Armando Mattei di PlanBee – per sottrarre spazi all’asfalto e al cemento e restituirli alla comunità con un significato nuovo».
Inoltre, è inserita in Or.Me, una rete di orti, cascine, associazioni del terzo settore, cooperative e cittadini che sostengono l’orticoltura e l’agricoltura urbana a Torino e nella sua area metropolitana. Gli orti sono sparsi ovunque, dagli Orti generali di Mirafiori Sud fino agli Orti ex Enel del Bunker a Barriera di Milano, passando per l’orto della Brigata Ortica, ad Aurora, nato dopo la liberazione degli spazi avvenuta nel gennaio 2019 da parte del Laboratorio Manituana, «riaprendo al quartiere un luogo abbandonato, dove regnava l’asfalto». Quelli più vicini a Scia 131, in Circoscrizione 5, sono Orto Mannaro, Officine in Terrazza, Orti Dora in poi, Orto Collettivo Massari e Le Fonderie Ozanan sui tetti di via Foligno. In Circoscrizione 4, l’Officina Verde Tonolli a Parella; l’orto del Centro diurno dell’Asl di via Sostegno, probabilmente il più antico; il Viale della Frutta e la fattoria Cascina La Luna. In circoscrizione 6, il Boschetto di Agrobarriera, St’Orto Urbano, Ortobello e altri sono su un tetto di via Bologna. A San Salvario, il Giardin8.
Nei giorni scorsi, la giunta comunale di Torino ha approvato le linee guida del piano sugli orti urbani. Sarà la prima grande città in Italia che affronterà in maniera sistematica un controllo sul terreno degli orti urbani.
L’Extraterrestre, il manifesto, 25/2/2021