Riprtiamo una nota informativa di Alessandra De Poli, tratta dalle pagine della Fondazione OASIS https://www.oasiscenter.eu/
Le proteste degli studenti a Istambul di Alessandra De Poli
Le proteste degli studenti e professori turchi contro la nomina del nuovo rettore dell’Università del Bosforo da parte di Erdogan si stanno progressivamente trasformando in manifestazioni anti-governative, assumendo un carattere nazionale. Silenziose e ordinate, nel rispetto delle norme di distanziamento vanno ormai avanti da un mese, racconta il New York Times. Anche se tradizionalmente sono i professori dell’università ad eleggere il rettore, a gennaio c’è stata l’imposizione dall’alto di un fedelissimo del partito Giustizia e Sviluppo di Erdogan, Melih Bulu. Studenti e insegnanti temono per il futuro dell’università, che è sempre stata di orientamento liberale. Ma dal 2016, dopo il tentato colpo di stato, il governo è diventato sempre più repressivoo nei confronti dell’opposizione, e almeno cinque università del Paese sono state chiuse.
La settimana scorsa quattro studenti sono stati arrestati per aver mostrato delle foto della Kaaba con il simbolo dell’arcobaleno LGBTQ. Su Twitter, il primo ministro turco ha definito “deviati” gli studenti che hanno innalzato questi simboli e prontamente la piattaforma ha aggiunto un disclaimer segnalando che il tweet “incita all’odio”.
Solo nell’ultima settimana sono stati arrestati 250 studenti a Istanbul e altri 69 ad Ankara, riporta il quotidiano filo-saudita al-sharq al-awsat. Il fatto che siano soprattutto giovani a protestare è significativo: i nati tra la metà degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000 in Turchia sono il 39% della popolazione, un dato che si traduce in 5 milioni di nuovi elettori alle prossime elezioni. Questo potrebbe essere un problema per Erdogan, perché i giovani appaiono distanti dalle posizioni del partito del presidente.
Lunedì Erdogan ha annunciato di voler modificare la costituzione, causa, a sua detta, dei problemi odierni delle Turchia, perché redatta dai rivoluzionari che portarono a compimento il colpo di Stato del 1982. Erdogan ha poi aggiunto che l’eventuale modifica sarà soggetta a referendum. Tuttavia, secondo diversi analisti questo servirebbe a consolidare la base del sultano prima delle elezioni presidenziali e legislative del 2023, visto che nel 2018 il partito Giustizia e sviluppo non era riuscito a raggiungere una maggioranza assoluta. Erdogan era comunque riuscito a essere eletto grazie alle precedenti modifiche costituzionali, apportate nel 2017.
Fondazione OASIS, 05/02/2021