C’è chi di fronte a scene di disagio sociale gode e non fa nulla per nascondere la bava alla bocca, le stesse persone che sognano la gente timorosa di sedersi in un giardino pubblico perché su quelle paure hanno fondato la propria strategia politica ed elettorale. Non hanno nessun interesse a risolvere i problemi perché è su questi che speculano, più la forbice tra realtà e rischio percepito aumenta e più certi personaggi possono capitalizzare e trasformare le paure in voti.
Non nascondiamo la testa sotto la sabbia, i giardini Zumaglini li conosciamo bene e sappiamo delle situazioni di disagio che ci sono. Ci abbiamo passato intere giornate e serate, li abbiamo vissuti e li viviamo, non siamo come il sindaco e il vicesindaco che ci passano sporadicamente per le proprie passerelle elettorali o per fotografare qualcuno sdraiato su una panchina, per poi tornare nelle loro ville dorate. Siamo anche consapevoli, però, che misure come il Daspo urbano sono del tutto inutili e servono solo a mettersi in vetrina e mostrare i muscoli, peccato che quei muscoli siano pompati artificialmente da una propaganda tossica e non frutto del sudore e della fatica di chi fa politica nelle strade e non alimentando le paure della gente.
L’abbiamo già citata diverse volte e lo facciamo ancora perché è proprio la paura (per il diverso, per lo straniero, per il povero, per l’emarginato) il vero leitmotiv dei tempi che stiamo vivendo. Noi crediamo che questo sentimento possa essere combattuto. Si può smettere di avere paura solo se si sta insieme e se ciò che ci spaventa viene combattuto collettivamente e non in una guerra che vede tutti contro tutti. Questo vale quando si parla del vivere un parco pubblico, come i giardini Zumaglini, così come le molteplici difficoltà economiche, lavorative e sociali che ci troviamo ad affrontare quotidianamente.
Quello che è successo stasera, quindi, non ci sposta di un centimetro rispetto all’azione di venerdì sera. Anzi, ce la rivendichiamo con ancora più forza. Siamo ancora convinti che i parchi, le strade, i quartieri sicuri li fanno le comunità che le vivono, che partecipano e che decidonoautonomamente cosa fare dei luoghi pubblici.
Ci rivedremo ancora ai giardini Zumaglini perché è un posto troppo bello per lasciarlo al degrado della deriva securitaria leghista!
Coordinamento Biella Antifascista