ORDINE, DISCIPLINA, DECORO – Lo slogan della Biella che muore.
Lo slogan del vicesindaco di Biella. Le due parole d’ordine del partito fascista vengono condite con la nuova parola d’ordine che accomuna tutto lo spettro politico istituzionale: il decoro.
Mi chiedo se il problema urgente per Biella e il biellese siano i bivacchi ai giardini (che non fanno male ad una mosca) o qualche persona che si trova ad accattonare per la nostra città.
Quanto invece non lo siano l’aumento di case vuote, il dormitorio pieno, i posti di lavoro che diminuiscono, la città che si svuota, i giovani che se ne vanno, il costo della vita che aumenta (e probabilmente aumenterà ancora con l’aumento dell’IVA che si vede all’orizzonte).
Di quale sicurezza abbiamo bisogno?
La sicurezza intesa come la intendono loro non è altro che il cieco modo per riempire le carceri di persone che hanno la sola colpa di essere povere e marginalizzate in una città dove stiamo diventando tutti più poveri.
La sicurezza, quella che serve veramente, è la sicurezza sociale: investimenti nei servizi sociali e sanitari per tutti, senza distinzione alcuna, un vero programma abitativo e di sostegno per chi vive in situazioni di disagio, riutilizzando gli appartamenti sfitti nel biellese (che secondo alcune statistiche raggiungono 1 appartamento ogni 6), il potenziamento di servizi come il Sert, luoghi in cui tossicodipendenti possano passare le giornate seguite da personale qualificato che li aiuti a vivere un’esistenza dignitosa e che li sostenga in percorsi riabilitativi, bagni pubblici gratuiti e sanitarizzati (questo sì sarebbe una vera svolta decorosa), investimenti per nuovi spazi pubblici, verdi, attraversabili, liberi, aperti, dove poter fare sport, bivaccare, giocare, magari ricostruendo un rapporto con il nostro torrente Cervo; una politica culturale che stimoli e sostenga la produzione artistica a Biella, con un respiro europeo.
Il decoro di cui parlano questi personaggi è pura propaganda, un vuoto concetto che si fonda su una mitizzazione di un bel tempo che non c’è mai stato; decoro fa rima con “buon senso”, “buona educazione”, “senso comune”, tutte idee senza parole che non si possono spiegare, ma che hanno il solo scopo di ordinare e disciplinare, di creare un NOI e un LORO, non c’è alcuna possibilità di dialogo, di confronto, di riconoscimento reciproco con chi viene etichettato come causa del degrado.
Questo “loro” non è chi ci sta impoverendo gonfiando le proprie tasche, non è chi ha conti a 6 zeri in banca e non investe nulla sul territorio grazia al quale si è arricchito. No! Sono quelli che stanno peggio: chi chiede due spiccioli fuori da un supermercato e spesso aiuta anziani soli portandogli la spesa a casa, chi dorme su una panchina, chi beve una birra tra amici su una panchina invece di consumare ad un bar perché vuole risparmiare qualche euro.
Ma mi piace pensare che la Biella che rappresenta Moscarola sia solo una minuscola parte della nostra città, la Biella rancorosa, incattivita, che ha smesso di essere curiosa, chiusa nelle case con le tapparelle abbassate per paura di un altro che non conosce e non prova a conoscere.
Chi vive veramente la nostra città, la attraversa di giorno e di notte, ne anima i giardini e le piazze, non ha paura di accattoni e bivaccatori, non ha paura della prostituzione, del daspo urbano o di giovani che fumano spinelli; c’è una Biella che vive, mentre l’altra è già morta, le dichiarazioni del suo vicesindaco, il suo nuovo regolamento di polizia, sono solo il grido disperato di chi, lentamente, muore, cerebralmente.
Al loro decoro noi contrapponiamo la nostra arte, al loro “ordine e disciplina”, la nostra capacità di mescolarci disordinati e armoniosi, insieme.
Nicolò Molinari, Coordinamento Biella Antifascista