Vince la paura, l’incertezza, la precarietà vince il suo ministro.
Il soldatino di plastica con le divise degli altri (pagate con i nostri soldi), in perenne campagna elettorale (a spese nostre), è ancora in città a visitare la corte dei servi genuflessi che la governeranno lastricando le strade sconnesse di parole e proclami e del nulla amministrativo.
Ancora una volta qualcuno ascolterà le menzogne di quel fascista sudaticcio e ignorante che si esibirà raccontando dei migranti espulsi (che non vengono rimpatriati), dei migranti che non sbarcano più (mentre ne sono sbarcati quasi 200 negli scorsi giorni), dei cantieri che riapriranno (proseguendo la cementificazione del territorio senza un progetto ambientale e industriale), degli investimenti alle imprese (che poi chiudono e delocalizzano), della flat tax (cha favorirà i ricchi e farà aumentare le spese per scuola, sanità e trasporti), delle pensioni anticipate (a spese di quelli che ci sono già andati), dei “cattivi magistrati che fanno politica” (solo perché applicano correttamente le leggi anticostituzionali approvate dal Parlamento)…
Esibirà la sua persona “volgare come altre” a caccia di consensi personali, nel vuoto della politica accartocciata su se stessa fatta di parole e selfy, adatti ad un popolo assente e senza speranze, che cerca una sintonia qualsiasi con il potere, per sentirsi parte di un presente che velocemente gli sfugge. Questa è la sua forza!
Alla quale va contrapposta la ricerca di senso, l’analisi e la riflessione sul presente, l’autorganizzazione dei bisogni, la costruzione di comunità resistenti. Qualsiasi altra competizione è perdente: i tempi della “politica che vuole cambiare” sono lunghi, occorre cominciare a cambiare la società per reinventare la politica!
marco sansoè