L’evanescente cordata imprenditoriale che ha provato a mettere insieme pezzi dei marchi storici del tessile biellese lascia senza stipendio 97 lavoratori.
La situazione della Brandamour di Vallemosso è lo specchio della parabola decennale del tessile biellese: diminuzione progressiva delle imprese tessili, delocalizzazione, conseguente riduzione degli occupati nel settore, in presenza di una riduzione degli investimenti produttivi!
Eppure ci si ostina a pensare all’economia biellese come una monocultura che abbia bisogno di infrastrutture per essere rilanciata. Si fantastica, scioccamente, sulla fermata supplementare dell’Alta velocità, si pensa all’inutile e dannosa Pedemontana, all’inserimento del Biellese nel circuito Unesco, ma un territorio così poco valorizzato dal punto di vista culturale è davvero poco versatile e attraente!
E intanto qui la politica e gli imprenditori non sono capaci di affrontare e risolvere i problemi occupazionali di 100 persone, che già molto hanno pagato delle ristrutturazioni industriali degli anni passati!
Mentre a livello nazionale si insiste con gli incentivi alle imprese che si bruciano in poco tempo senza creare ricchezza o stabilità nel mercato del lavoro e a fantasiose quanto inefficaci riduzione di tasse!
Tutto ciò è pernicioso e coinvolge tutti coloro che hanno operato scelte di politica economica in questi ultimi venti anni!
Solo una diversa politica economica basata sulla riduzione dei prezzi dei servizi per il pubblico (sanità, scuola e trasporti); di investimenti diversificati per l’assetto idrogeologico e paesaggistico e di conservazione dei beni culturali e artistici; di investimenti mirati per la ricerca possono garantire un futuro all’economia italiana.
Ma intanto si affronti subito la situazione dei 100 lavoratori della Brandamour, intervengano la Regione e lo Stato. Se i contribuenti devono pagare i rimborsi per i truffati delle banche (invece di far pagare le banche e i loro dirigenti) e i pensionati devono, con la riduzione dell’adeguamento delle pensioni, finanziare l’operazione elettorale di “quota 100”, si possono e si devono trovare i fondi per risarcire chi perde il lavoro per l’incapacità degli imprenditori!
marco sansoè