Salvini, il sudaticcio, mente, l’ha sempre fatto, lo fanno tutti quando al bar si parla di migrazioni, della Libia, di Africa, delle Ong: è la pratica della disinformazione organizzata, aiutata dall’ignoranza identitaria, quella che ti impedisce di vedere un po’ più in là, perché impegnati a guardarsi i piedi, preoccupati dell’instabilità e della precarietà del presente; aiutati anche dalla complicità del giornalismo di maniera dei giornali e dalle Tv.
A svelare un po’ di queste bugie ci aiuta un articolo di Giuliana Sgrena apparso sabato sul il manifesto.
Migranti, se i giornalisti si accontentano della propaganda…
Giuliana Sgrena
Vergogna! Vergogna a Salvini che fa della sua mancanza di umanità e della violazione del diritto internazionale un vanto. Vergogna a Di Maio che dopo un ritardato gesto di qualche responsabilità si vanta nello scaricare il peso dell’accoglienza di una decina di profughi sulla Chiesa Valdese che si è offerta di dare quella ospitalità che un governo non si sente in dovere di dare. Ma soprattutto vergogna a quei giornalisti (la maggior parte, purtroppo) che non osano contestare le affermazioni di un governo e soprattutto del ministro dell’interno che fa della speculazione su dati mistificati relativi all’immigrazione il terreno di scontro politico elettorale.
I cittadini extra-Ue presenti legalmente in Italia rappresentano il 7 per cento della popolazione contro l’8,8 della Germania, l’8,9 della Francia, l’8,8 della Spagna e l’8,4 della Grecia (dati Eurostat).
Anche limitandoci all’ultimo anno (2018) i dati dimostrano che l’Italia non è il paese che «accoglie» la maggior parte dei profughi arrivati via mare. Nel 2018 gli arrivi attraverso il Mediterraneo sono stati 116.294 ai quali vanno aggiunti 22.235 giunti in Spagna via terra per un totale di 138.259 persone. Il totale è stato così suddiviso: 65.383 accolti in Spagna, 47.918 in Grecia, 23.370 in Italia, 1.182 a Malta e 676 a Cipro. I dispersi, i morti affogati in mare sono stimati dall’Unhcr in 2.269, in aumento percentuale rispetto agli anni scorsi e non c’è da meravigliarsi visto la politica di totale boicottaggio delle navi delle Ong, e persino di quelle italiane (la Diciotti), nel salvataggio dei profughi nel Mediterraneo. Ma attenzione, i numeri totali sono di 3.139 vittime, così Salvini ha la faccia tosta di vantarsi di essere stato un «salvatore».
La verità è che proprio sulla rotta italiana ci sono la maggior parte delle vittime, mentre Salvini tace sui crimini contro i profughi commessi in Libia per lui sempre «posto sicuro» – quei morti in Libia non contano -, e che l’Onu-Unhcr come Amnesty International e Human Right Watch denunciano sempre come le vittime nei deserti (tra inedia, fame, malattie, sequestri e soprattutto mine) siano probabilmente il doppio di quelle a mare.
Come si vede da nessun punto di vista l’Italia ha ragione nel sostenere che è il paese più «accogliente» rispetto ai profughi tra quelli del Mediterraneo (rispetto agli sbarchi) e nemmeno rispetto alla Ue (in generale). Neanche rispetto a Malta che nel 2018 ha accolto 2,5 profughi ogni 1000 abitanti, contro gli 0,3 dell’Italia. L’unico vanto fondato dell’Italia è quello della chiusura dei porti in violazione del diritto internazionale e della dichiarazione dei diritti umani.
Se i politici fanno propaganda sul corpo dei profughi più sorprendente è l’atteggiamento dei giornalisti italiani che invece non fanno il loro mestiere e non contestano nessun dato diffuso dai politicanti (cosa che invece hanno fatto alla stampa estera il 22 ottobre scorso durante una conferenza stampa del primo ministro Conte) diventando complici di un atteggiamento aberrante.
Non è difficile trovare dati e documentazione, magari attenendosi all’Associazione Carta di Roma nata proprio per dare attuazione al protocollo deontologico per una informazione corretta sui temi dell’immigrazione. «La ricerca della verità sostanziale dei fatti, con l’uso corretto delle parole e l’obiettività dei numeri sono il solo argine alla costruzione distorta della realtà che gli ’spaventatori’ (i giornalisti che violano le regole base del loro mestiere) ripetono ogni giorno. È una questione di dignità, di credibilità, di sopravvivenza del mestiere di giornalista», si legge nell’ultimo rapporto dell’Associazione.
Un grande esempio concreto per tutti l’hanno dato gli abitanti di Torre di Melissa, con il sindaco in testa, che hanno accolto con tanto calore e solidarietà 54 profughi curdi la cui imbarcazione si è arenata sulla spiaggia del paese crotonese.
il manifesto, 12/1/2019