Comunicato stampa
Il decreto insicurezza e la politica della paura
La sicurezza è probabilmente l’ultimo mito di un epoca senza miti.
Il nostro territorio e l’Italia intera vive da tempo un periodo di crisi profonda, di peggioramento delle prospettive e di maggior senso di precarietà.
Le famiglie che un tempo godevano di uno stile di vita “agiato”, le così dette classi medie, che hanno caratterizzato la storia recente della nostra città e del nostro paese si stanno impoverendo, molte scivolano nella povertà vera propria, altre faticano ad avere una prospettiva economica stabile.
I giovani lasciano la nostra città in cerca di stimoli o un futuro non meglio determinato, travolti dall’ansia e oppressi dalla certezza che in ogni caso vivranno peggio dei loro genitori.
Questa “paura di non farcela” continua a creare mostri, confusioni, miopie e capri espiatori.
Sebbene sia chiaro che la crisi del nostro territorio abbia radici molto profonde che richiederebbe uno sforzo collettivo titanico di immaginare un nuovo futuro, alcuni politici hanno scelto di non affrontare la radice di questa crisi, ma di fare leva su questo sentimento di insicurezza e paura che permea e appesantisce le vite di tutti noi.
Hanno deciso di indicare un nemico che potesse essere il più debole possibile, con scarsa capacità organizzativa, con scarsa capacità linguistica, in modo che non potesse prendere parola e difendersi; hanno scelto di prendersela con quelle persone che da diverse parti del mondo arrivano in Italia per cercare quello che tutti noi cerchiamo: una prospettiva di vita migliore, differente e più stabile.
Hanno alimentato nell’inconscio delle persone la paura verso il futuro e l’hanno direzionata verso lo straniero, il povero e il diverso.
Hanno fatto un decreto “sicurezza e immigrazione” che vuole colpire i migranti e i più poveri, vuole precarizzarli e togliere loro ogni prospettiva nel nostro paese, rendere impossibile un percorso all’interno della nostra comunità riducendo ogni accesso a quei diritti che dovrebbero essere garantiti a tutti, senza alcuna distinzione di sesso, etnia, classe sociale o orientamento sessuale.
E’ stata scelta una via oppressiva che porterà a vivere per strada sempre più persone, le porterà a vivere nel disagio, che servirà ad alimentare ulteriormente la propaganda della politica della paura.
Il futuro della nostra città e del nostro paese tratteggiato dalla “Politica della Paura” sarà un freddo e gelido ordine, che non lascerà più spazio ad alcuna vivacità, in cui le nostre ansie, paure e depressioni andranno vissute in solitudine nelle nostre case.
Un futuro fatto di carceri sempre più grandi e opprimenti e giovani sempre più disillusi e soli.
Un futuro che non vogliamo vivere, facendo di tutto perché gli anticorpi ancora presenti nella nostra società resistano e si riproducano, mobilitandoci affinché il diverso non possa essere più individuato come nostro nemico, organizzandoci per immaginare un nuovo futuro, insieme.