Biella, 5 DICEMBRE :: UDIENZA PRELIMINARE PER LA MORTE DELL’OPERAIO FRANCO ROSETTA NELLO STABILIMENTO SASIL DI BRUSNENGO

COMUNICATO STAMPA

5 DICEMBRE: UDIENZA PRELIMINARE PER LA MORTE DELL’OPERAIO FRANCO ROSETTA NELLO STABILIMENTO SASIL DI BRUSNENGO

NOI NON DIMENTICHIAMO!

Il 20 Ottobre 2016 moriva alla SASIL di Brusnengo l’operaio Franco Rosetta a causa delle esalazioni letali di acido solfidrico che si erano liberate da una vasca di decantazione della linea di riciclo del vetro. Ventitré tra soccorritori e colleghi accorsi furono ricoverati in osservazione al Pronto Soccorso. Il 5 Dicembre prossimo il titolare della ditta, il medico aziendale e due dirigenti compariranno davanti al Giudice dell’Udienza Preliminare.
La SASIL è una azienda multinazionale nel settore minerario che, da qualche anno, si occupa del recupero di scarti industriali e civili a base di vetro. Ha ricevuto finanziamenti per svariati milioni dalla Comunità Europea nell’ambito dei vari programmi LIFE, anche in co-progettazione con la stessa Provincia di Biella (progetto NOVEDI), ente preposto alla concessione delle autorizzazioni ambientali.
L’incidente alla SASIL poteva essere evitato? Noi riteniamo di sì e reputiamo necessario che siano valute nell’accertamento giudiziario anche una serie di concause e responsabilità, ovvero siano considerati i provvedimenti autorizzativi adottati per l’esercizio dell’impianto e i controlli svolti da Regione Piemonte, Provincia di Biella, ASL e ARPA negli anni precedenti l’incidente.
Chiediamo che sia accertato se vi sia stato un deficit istruttorio o una sottovalutazione nei controlli, ovvero se l’emissione delle esalazioni letali formatasi in assenza di un impianto di trattamento della materia organica associata al materiale vetroso – subito disposto dopo la tragedia – poteva essere evitata prescrivendo a suo tempo tale impianto.
Ricordiamo che in ogni posto di lavoro deve essere sempre svolta una attenta valutazione dei rischi predisponendo un adeguato piano per la sicurezza. Se i processi di fermentazione organica non sono stati considerati come possibile evenienza nel procedimento autorizzativo o nei sopralluoghi per odori molesti si è di fatto contribuito, con tale deficit, ad una sottovalutazione dei rischi operativi e professionali.
Numerose segnalazioni di carattere ambientale erano state peraltro presentate dal vicinato prima della tragedia (odori pestilenziali, le schiume nel rio ove confluiscono gli scarichi, ecc.) e furono condotti sopralluoghi a cura di ARPA.
Tutti questi episodi di palese malfunzionamento e/o inadeguatezza dell’impianto al trattamento della parte organica presente nel processo produttivo sono stati colpevolmente sottovalutati?
Rimaniamo convinti che le morti sul lavoro non siano da ricondurre alla mera fatalità ma alle logiche di mercato e di sfruttamento della forza lavoro e dell’ambiente.
Il caso SASIL lo dimostra ancora una volta: realizzare un impianto di trattamento della componente organica delle acque di lavaggio era un costo aggiunto, una precauzione da evitare. Ne ha pagato le conseguenze Franco Rosetta e la sua famiglia.
Su queste logiche e politiche si fondano le vigenti legislazioni ambientali e sulla sicurezza, entrambe orientate a non gravare eccessivamente sui costi produttivi, contenere i controlli e blandamente colpire le responsabilità.
Nel biellese numerosi e frequenti sono stati gli incidenti lavorativi, il più grave quello alla Pettinatura di Vigliano. Ma dopo queste tragiche esperienze nulla cambia, il bollettino di morte immancabilmente si ripresenta, la sete di “giustizia” è normalmente mortificata, le sentenze non riescono a fungere da monito: mai più.
Per queste ragioni manifesteremo il giorno 5 Dicembre davanti al Tribunale di Biella ricordando tutte le recenti vittime sul lavoro biellesi e chiedendo che la causa “SASIL” sia condotta accertando con rigore fatti e concause, senza escludere le eventuali responsabilità degli attori istituzionali.
Manifesteremo perché non vogliamo essere complici di quell’oblio con cui si declassano, ambiguamente, gli omicidi sul lavoro: queste morti non sono un inevitabile “costo sociale” a cui dobbiamo sottostare.
Rigettiamo questa prospettiva. Senza rassegnarci, fianco alle vittime, chiederemo ancora verità e giustizia.

Biella, 28 novembre 2018

Rifondazione Comunista Biellese
Potere al Popolo – Biella
Circolo Biellese di Legambiente “Tavo Burat”
PMLI Biella
Laboratorio sociale “La città di sotto”

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