Nelle prime settimane di lavoro alla tavola femminista hanno preso forma tante cose:
- abbiamo preso contatti con i gruppi di NonUnaDiMeno con cui stiamo condividendo le due battaglie al momento più urgenti: contro il progetto di educazione sentimentale nelle scuole Superiori del Piemonte e contro il Decreto Pillon. Riguardo il primo tema stiamo prendendo contatti con le scuole del Biellese che eventualmente hanno aderito al progetto (al momento nessuna pare intenzionata ad aderirvi), mentre riguardo al DL Pillon parteciperemo a momenti di formazione organizzati da altre associazioni di donne (abbiamo già pubblicato l’evento sul gruppo facebook del coordinamento) e il 10 novembre aderiremo alla mobilitazione nazionale contro lo stesso con una passeggiata tra donne per distribuire materiale informativo al riguardo (ore 20.30 piazza san Cassiano). Ci stiamo inoltre organizzando per andare alla manifestazione a Roma il 24 novembre. La partenza sarà quasi sicuramente da Torino e siamo in contatto con NonUnaDiMeno per i posti in autobus. Se qualcuno fosse interessato scambiamoci io contatti così ci organizziamo;
- stiamo prendendo contatti con tavoli di lavoro di donne tra Novara e Vercelli;
- abbiamo immaginato progetti a lungo termine come la mappatura dei servizi territoriali, iniziative per l’8 Marzo, proiezione video, spazi di mutuo-aiuto, ecc.;
- ci proponiamo continui momenti di autoformazione e confronto sui nuovi decreti legge e sulle azoni dei movimenti già militanti;
- la tavola continua ad arricchirsi di nuove donne, ognuna un pezzetto di un universo vario, colorato e agitato.
Nello stesso momento ci siamo rese conto che la nostra scelta di rimanere tra donne merita di essere raccontata.
Ecco le motivazioni:
Da sempre il mondo in cui viviamo non è stato pensato a nostra misura: ci adeguiamo costantemente a norme sociali, linguaggio, educazione, orari di lavoro, sanità, che non sono stati progettati sulle nostre esigenze e questo è estremamente stancante e frustrante. Non siamo mai adeguate, mai abbastanza, sempre troppo.
Vogliamo uno spazio in cui essere protagoniste della nostra storia.
Dove scegliamo cosa dire, cosa non dire, come dirlo e quando.
Dove autodeterminarci attraverso un’esperienza del mondo comune.
Dove non dobbiamo giustificarci.
Vogliamo uno spazio in cui sentirci protette da una sorellanza che viene da lontano e che trascende le differenze personali e le soggettività.
Vogliamo abitare un momento tranquillo, dove prendiamo noi le decisioni, dove il confronto è alla pari, dove il linguaggio è comune e non siamo costrette a spiegare ogni parola, ogni aggettivo, ogni silenzio.
Vogliamo un luogo dove fare politica. Dove esercitare un potere che non è quello a cui siamo abituate. Un potere che significa relazione tra donne, azione concreta, rispetto dei tempi e delle differenze di ognuna.
Vogliamo che al primo posto ci siano gli argomenti che noi riteniamo importanti: i nostri corpi, i nostri ritmi, la violenza, le parole che non ci fanno più ridere, le nostre esigenze, le nostre emozioni, le discriminazioni sui luoghi di lavoro, il dover essere più brave per poter essere credibili la metà di un uomo, la disparità salariale che ci vede sempre un passo indietro, l’ampio e grande tema dell’essere o meno madri.
Questo spazio è per noi prezioso e potente. Averlo ci consente, per alcune ore a settimana, di sentirci donne senza il bisogno di difenderci.
Abbiamo bisogno di questo percorso che almeno inizialmente vuole essere separatista per autodeterminarci e ricostruire una sorellanza per troppo tempo non praticata. Vorremmo decidere noi i tempi e i modi.
Siamo nate all’interno del coordinamento antifascista e siamo felici di sentirci parte di questo. Vorremmo che il coordinamento si sentisse allo stesso modo partecipe, rispettoso e compagno del nostro percorso. Siamo sicure che la nostra scelta, anche se non compresa totalmente verrà rispettata, magari con curiosità, riguardo a quello che di buono potrà portare a tutto il gruppo e alla pratica antifascista. Grazie perché sappiamo che questo spazio non dobbiamo chiederlo.
tavola femminista
del Coordinamento antifascista
Biella, novembre 2018