Riportiamo una segnalazione da Cgilnotizie relativa alla cattiva gestione pubblica del territorio…
“Eco di Biella” di giovedì scorso dedica un ampio servizio alla Burcina e al suo “ultimo operaio”, un manutentore già 63enne, che fra poco, quando andrà in pensione la guardia parco, resterà da solo. Un solo addetto, laddove ne occorrerebbero almeno tre, che resterebbe a curare 57 ettari di giardino botanico che rappresentano una delizia per gli occhi oltre che luogo di valore e di pregio paesaggistico e floristico inestimabile.
Se le cose restassero così questo grande parco naturale che, insieme alle pietraie della Bessa e alla savana della Baraggia, rappresenta un’attrazione unica del nostro territorio, entrerebbe in una fase di decadimento e di abbandono. Ciò avviene mentre in pianura, nell’area tra Salussola e Cavaglià, fette crescenti di territorio
a vocazione agricola e di produzione risicola pregiata rischiano di essere riconvertite in grandi contenitori di immondizia varia e, addirittura di rifiuti tossici come nel caso del progetto di discarica di amianto a Salussola.
Possiamo aggiungerci anche nuove dighe che potrebbero distruggere quello che resta dei nostri torrenti in montagna, la cui difesa non dispone di poteri forti.
Del resto, nel Paese dove il secondo sport nazionale, dopo il calcio, è l’insabbiamento delle nostre vergogne, è perfettamente naturale, oseremmo dire pressoché obbligatorio, che si cominci materialmente col seppellire sotto il tappeto di casa l’immondizia che produciamo a iosa.
Un fenomeno in palese e stridente contraddizione con altre politiche di recupero della montagna, di riqualificazione della sua agricoltura, di promozione di un turismo legato alle vocazioni del Biellese. Manca vistosamente qualsivoglia idea di programmazione ed è in atto, in base a opposte sensibilità, una sorta di gara tra tessitori ecologici e seguaci di Attila.
L’idea di risparmiare compromettendo isole ecologiche inestimabili è quanto di più insensato si possa mettere in atto. Il “Belpaese”, come si evince da tempo, non si concilia con la brutta politica.
Cgilnotizie, marzo 2018