Pubblichiamo l’ennesima analisi della situazione corrente…, ribadendo che non un grammo di merci scorre sulle linee di Alta Velocità (o Alta Capacità che dir si voglia) oggi in funzione, né tra Torino e Milano, né tra Milano e Napoli; che non esiste nessun piano merci della FS sull’Alta velocità; che l’aumento degli investimenti sull’Alta Velocità ha prodotto un disinvestimento sui percorsi Regionali!
Il “nuovo che avanza” non solo è vecchio, ma è truffaldino: quando avremo il coraggio di rimettere in discussione i parametri della “modernità” e riaprire un confronto che non abbia come orizzonte solo la vuota “governabilità” del “paese normale” di D’Alema!…
marco sansoè
Il gesto dell’ombrello di Alberto Poggio
Ieri un giornalista francese mi ha chiesto come si può pensare di fermare un grande progetto, ormai avviato, deciso dai Governi e voluto dall’Europa. Ho provato a rispondere.
Il giornalista stava facendo alcune interviste durante la manifestazione NO TAV in ValSusa, da Bussoleno a San Didero. Me lo ha presentato Daniel Ibanez, in corteo insieme ai No Tav francesi.
Ha strizzato gli occhi quando gli ho detto che la Torino Lione non è ancora partita. Non in Italia, in quanto a tutt’oggi manca il via libera del CIPE (L. 1/2017, art. 3, comma 1). Arriverà certamente ma senza fretta, come si conviene ad un opera urgente solo negli annunci. E non è partita nemmeno in Francia, considerato che (da cronoprogramma) l’avvio dei lavori definitivi sarebbe prevista proprio dal lato italiano.
Forse da lui certe cose non le raccontano. E nemmeno qui, temo.
Gli ho spiegato che, prima dell’eventuale partenza dello scavo del Tunnel di Base, sono necessari ancora anni di lavori preliminari (tra cui il complicato svincolo autostradale del cantiere di Chiomonte). E che rischia di non potersi chiamare “Torino Lione”. Infatti i collegamenti del Tunnel di Base con Lione e Torino (altri 170 km di nuova ferrovia) sono rinviati a data da destinarsi. In Francia a dopo il 2035, come stabilito dalla commissione governativa Mobilité 21. In Italia forse mai: mancano sia progetto approvato che stanziamento e le ultime notizie parlano di abbandono parziale di circa metà delle opere. Insomma un tunnel che resterebbe isolato, attestato da entrambi i lati sulle linee esistenti e pertanto incapace di incrementare in modo significativo la capacità di trasporto merci.
Già, le merci. Il motivo per il quale (ci dicono) dovremmo costruire la Torino Lione. O meglio, aggiungerla a quella esistente. Da dieci anni il traffico merci attraverso le Alpi non mostra alcun segnale di incremento, su tutte le direttrici e in particolare tra Italia e Francia. Niente a che vedere con le previsioni dei proponenti della Torino Lione, costruite su crescite esponenziali puntualmente smentite nella realtà e inapplicabili al ciclo economico della nostra epoca.
Nel corso degli ultimi decenni la ferrovia esistente in ValSusa è stata oggetto di lavori di ammodernamento che hanno riguardato anche il Tunnel attuale. La linea, interamente a doppio binario ed elettrificata, già oggi è in grado di ospitare da 2 a 3 volte il massimo storico del flusso annuo di merci (l’utilizzo attuale è inferiore a 1/6 della capacità). E i passeggeri? Il TGV vi transita già 3 volte al giorno (per senso di marcia) per collegare Milano e Torino con Lione e Parigi.
Una nuova ferrovia tra Torino e Lione è inutile, il denaro deve essere usato per cose utili per tutti. Da oltre 25 anni questo è il cuore delle ragioni del Movimento No Tav. Non è l’Europa a volerla ma i governi italiano e francese a chiederla pervicacemente, a dispetto di ogni logica. Eccetto un fiume di parole, molte carte e qualche lavoro preliminare (poca cosa rispetto al tutto ancora da fare), in questi 25 anni e oltre l’opera non è ancora mai partita.
A questo punto, un po’ provocatoriamente il giornalista mi chiede come ci opporremo.
La risposta è semplice: con il “gesto dell’ombrello”. Non quello volgare che tutti conosciamo, un altro. Quello delle migliaia e migliaia di persone con l’ombrello, ieri in marcia sotto la pioggia battente. Ancora una volta qui a manifestare l’indomita volontà di difendere la propria terra e scegliere il proprio futuro. Accompagnati da Sindaci eletti con il No al Tav nel programma. Con indosso fasce tricolori molto pesanti: rappresentano un milione di cittadini, la stragrande maggioranza di tutta la popolazione coinvolta dal progetto Torino Lione in Italia.
E persone arrivate da tante parti del Paese. Per dire che la priorità di queste risorse pubbliche deve andare alla casa per chi l’ha persa in un terremoto, alla sicurezza del territorio, degli edifici e delle infrastrutture esistenti, alla bonifica dei tanti siti contaminati, alla mobilità sostenibile nelle nostre città inquinate, …
Tutti insieme con l’ombrello, in marcia sotto qualsiasi pioggia. E’ il gesto di chi ha scelto: ci sarà, sempre.
7/5/2017