Ieri, 15 marzo 2016, in Valle di Susa sono state effettuate perquisizioni e applicazioni di misure cautelari a danno di attivisti e attiviste del movimento No Tav, tra i quali anche alcuni iscritti alle sezioni Anpi di questo territorio.
Alle prime luci dell’alba, infatti, otto persone si sono viste perquisire casa e notificare quattro obblighi di firma giornaliera e quattro arresti domiciliari senza possibilità di comunicare con l’esterno. La motivazione portata dai carabinieri dei Comandi di Susa e Borgone riguarda un episodio risalente a settembre 2015 quando, nel centro di Bussoleno, si è svolta una manifestazione di solidarietà della popolazione in occasione di un fermo dei Carabinieri che poco aveva a che vedere con un normale controllo. Parliamo di un’azione di solidarietà nei confronti di un commerciante della Valle inseguito e fermato a Bussoleno dopo un’iniziativa nella tanto discussa Val Clarea. Quella sera le persone presenti oltre ad essere state aggredite verbalmente dagli agenti, hanno dovuto assistere a tristi e degradanti affermazioni razziste e fasciste da parte di uno dei carabinieri che, in quell’occasione, si è infatti distinto per aver pronunciato frasi come” ho avuto meno problemi con rumeni e albanesi che con voi” e ” se ci fosse il fascismo non ci sarebbe il problema della vostra protesta”. Una delle denunciate, iscritta alla nostra sezione, è stata addirittura sottoposta alla misura di obbligo di firma semplicemente per aver detto la verità in seguito a queste affermazioni. “Fascisti” è, infatti, la parola che ha portato il PM e il giudice a richiedere per lei questa assurda misura cautelare.
Le misure poste in atto sono assolutamente sproporzionate per gli eventuali reati commessi (chiaramente ancora da giudicare) e fanno percepire un clima ancora più preoccupante di quello già noto in questa vallata: luogo di pesante militarizzazione dove risulta sempre più difficile esercitare il diritto di protesta, sancito dalla costituzione. Le operazioni sono state condotte bruscamente, con l’umiliazione della perquisizione “personale” che consiste nel fare spogliare integralmente il fermato. A questa insopportabile vessazione si è aggiunta una scoperta che se risultasse vera disegnerebbe un quadro anco più preoccupante. Sarebbe infatti stato notato un quadro di Mussolini e alcuni suppellettili di tipo fascista in una stanza presso la Caserma di Susa. A raccontarlo sono stati proprio i fermati trasferiti li in modo coatto in mattinata, per la consegna delle notifiche.
Quest’operazione messa in campo dal corpo dei carabinieri e capitanata dalla procura torinese attira la nostra attenzione per le dinamiche nella quale è avvenuta e per le motivazioni che hanno portato.
Facciamo un passo indietro in quanto, anche se per alcuni risulterà ridondante, per noi è assolutamente necessario.
Da 25 anni a questa parte il nostro è un territorio in lotta. Le persone di questa terra hanno deciso molto tempo fa che avrebbero lottato e resistito per tutto il tempo necessario e con mezzi democratici e legittimi per contrastare questa opera, che ricordiamo essere inutile non solo per la gente della Valle ma per tutto il territorio nazionale. Purtroppo però ci troviamo da sempre di fronte istituzioni sorde alle nostre istanze che, da un lato, sono in grado di usare la forza non appena l’ordine costituito viene messo in discussione, dall’altro sono in grado solo di proporre ,come apparente ammortizzatore al falso profumo di democrazia, organi decisionali tecnici per discutere di come fare il Tav. Il tutto senza tenere in conto l’assoluta e determinata contrarietà della maggioranza della popolazione a questo progetto.
In un periodo in cui l’Italia sta andando allo sfascio, le istituzioni nazionali, che governano illegittimamente, non esitano nel continuare a tenere ben alto il baluardo della lobby del Tav, spendendo soldi pubblici in questa a discapito di servizi alla persona, sanità ed istruzione.
Si è appena concluso un congresso provinciale nel quale si è più volte ripetuto quanto il nostro Paese stia attraversando un periodo di crisi dilatata su più livelli( economia, democrazia, politica, sociale) e quanto questa situazione sia da cambiare impegnandosi anche come Associazione in prima persona.
Nella stessa sede ovviamente, sono state tante le affermazioni contro ogni tipo di fascismo passato e presente, contro il quale, come ANPI in particolar modo, siamo costituzionalmente legittimati a mettere in campo iniziative di contrapposizione.
Ieri si è scritta una pagina senza precedenti in Valle di Susa, che, avendo bene impresse in mente le parole espresse da più parti all’ultimo congresso provinciale, chiama la nostra attenzione di sezione ANPI a quanto è accaduto e alla preoccupante evoluzione di ciò che sta accadendo su questo territorio. A ciò si aggiunge anche la mattinata di oggi, dove a Torino ad altri 7 Antifascisti sono stati imposti gli arresti domiciliari e un obbligo di firma giornaliera, in conseguenza alle legittime proteste di questo autunno contro la propaganda xenofoba portata dal FUAN e dalla sezione giovanile della Lega Nord nelle Università.
Come sezione A.N.P.I di Bussoleno, Foresto e Chianocco non possiamo fare altre che dare tutta la nostra solidarietà ai compagni e alle compagne coinvolte nelle operazioni di questi giorni rilanciando sulla nostra partecipazione alla fiaccolata indetta per domani sera, giovedì 17 marzo, a Susa presso la Stazione Ferroviaria alle ore 20 e 30. Nel farlo,invitiamo tutti gli antifascisti e le sezioni ANPI a fare altrettanto.
ORA E SEMPRE RESISTENZA!
ORA E SEMPRE NO TAV!
A.N.P.I. Sez. Bussoleno, Foresto e Chianocco