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il nuovo numero di alternative per il socialismo
VENTI DI GUERRA
La Fortezza Europa e lo scempio dei corpi dei migranti: testimoni delle violenze e della miseria – L’inarrestabilità dei conflitti in tutti gli scenari mondiali – Un mesto anniversario per il Vecchio Continente stretto nella morsa della crisi e del rischio implosione – Gli effetti istituzionali della controrivoluzione del capitale in Italia – Dopo il Jobs act: tutto il potere all’impresa – L’opportunità della Coalizione sociale e il dibattito sul reddito minimo garantito – Uno sguardo nel mondo: Israele e la lista di Ayman Odeh; la speranza del Kurdistan di Ocalan; le rivoluzioni andine al bivio
Bertinotti, Di Francesco, Gianni, Russo, Di Donato, Ferrara,Di Siena, Sai, Romagnoli, Bonadonna, Bronzini, Nolasco, Danti,Calchi Novati, Morgantini, Salerni, Formenti, Forti, Raggi
L’EDITORIALE
IL LAVORO VIVO E LA COALIZIONE SOCIALE
Una nuova generazione di diritti umani sono oggi compromessi, pregiudicati e negati dal predominio della governabilità e dalle politiche di austerità. C’è una formula che è oggi impronunciabile sulla scena della politica corrente, ma che è la base di ogni ripartenza di un movimento critico: non c’è democrazia senza giustizia sociale, senza lotta per l’eguaglianza. Il lavoro vivo, nelle sue mille forme e cangianti, tirate dentro a forza in un meccanismo che fa vivere la nuova accumulazione capitalistica mondiale, è il banco di prova difficilissimo ma ineludibile di questa contesa. Difficilissimo perché viene dopo una sconfitta storica del movimento operaio e la mutazione genetica delle sue istituzioni; difficilissimo per lo stato dei rapporti di forza tra le classi; difficilissimo per come la questione sta anche nel pensiero critico e nei movimenti. Perciò l’idea della coalizione sociale, che è venuta in rilievo con la proposta e l’iniziativa della Fiom, è una luce che si accende e un’occasione da non lasciar cadere. Si può dire che il suo cammino è tutto ancora da fare e che la stessa idea della coalizione sociale è più un’allusione ad un processo da compiere che una proposta politica compiuta. Tutto vero, ma non sottovaluterei, specie nei tempi che viviamo, che le due condizioni necessarie alla ripartenza sono, nella proposta, scelte bene. La coalizione sociale indica un altrove del fare politico rispetto a quello corrente e ai soggetti che ne sono i protagonisti, e indica un approccio radicalmente critico rispetto a quello dominante. È ciò che è necessario per ricominciare. FAUSTO BERTINOTTI
TEMI
LA FORTEZZA EUROPA E LA PUZZA DELLA GUERRA
Facciamo la guerra ai migranti, li chiamiamo clandestini, inventiamo “leggi” per cacciarli, blocchi naval-militari per non farli passare, accettiamo lo scempio dei loro corpi. Non devono passare la frontiera-fortezza della “nostra civiltà”. Sono i testimoni della guerra come della miseria. Di entrambe la Fortezza Europa è responsabile con scelte quotidiane quanto strategiche ed economiche. TOMMASO DI FRANCESCO
UN MESTO ANNIVERSARIO PER LA NOSTRA VECCHIA EUROPA
Nella prima decade di maggio, il nostro vecchio continente ha celebrato la vittoria contro il nazismo e i 65 anni della dichiarazione di Robert Schumann che con la Ceca pose la prima pietra per la costruzione della unità. Ma non si può dire che siano stati anniversari lieti per l’Europa. Crisi economica e politiche dei suoi gruppi dirigenti la schiacciano e i rischi di implosione si moltiplicano. ALFONSO GIANNI
POLITICA ED ECONOMIA NELL’UNIONE EUROPEA
Le classi dirigenti dell’Ue non hanno timore di avventurarsi in terreni inesplorati elaborando e realizzando misure economiche, monetarie e istituzionali anche non tradizionali per dar vita a un sistema politico dell’Ue sui generis quanto si vuole, che in ogni caso risponde alle esigenze del capitalismo europeo nell’era della globalizzazione. FRANCO RUSSO
L’ALTRA EUROPA: LA SPAGNA DI PODEMOS
Come mai nella Spagna che ci raccontano in ripresa prende piede un fenomeno politico di aperta rottura come Podemos? Ma cos’è Podemos e come viene alla luce? Quali le ragioni della sua sorprendente affermazione? Alcune domande e un tentativo certamente non esaustivo di dare alcuni spunti di approfondimento su una delle nuove realtà critiche in Europa. GIULIO DI DONATO
L’ARGOMENTO
GLI EFFETTI ISTITUZIONALI DELLA CONTRORIVOLUZIONE DEL CAPITALE
L’Italia sta per acquisire un ulteriore primato negativo. Lo raggiungerà definitivamente con la trasformazione-deformazione della sua Costituzione. In luogo di quella che fu legittimamente deliberata da una Costituente legittimamente eletta, sarà imposta una normativa dell’apparato centrale dello stato illegittimamente votata da un Parlamento illegittimamente formato. GIANNI FERRARA
PARTITO DELLA NAZIONE E CARATTERE DELLA DEMOCRAZIA ITALIANA
La nuova legge elettorale e le modifiche alla Costituzione descrivono in modo esemplare le implicazioni autoritarie, e sotto certi aspetti “totalitarie”, del progetto del presidente del Consiglio e forse svelano appieno la natura e il carattere dell’ideologia della “rottamazione” con cui aveva iniziato la sua scalata politica al Pd e al governo del Paese. PIERO DI SIENA
DOPO IL JOBS ACT: TUTTO IL POTERE ALL’IMPRESA
La questione centrale, a cui l’intervento del governo Renzi vuol dare risposta, non è il dualismo del mercato del lavoro tra garantiti e precari (tema sul quale giuslavoristi, sindacalisti, politici si sono affaticati dal 1996 dopo il “pacchetto Treu”), ma il superamento di ogni possibilità di autonomo e collettivo agire dei lavoratori nell’ambito dell’impresa. MARIO SAI
IL LATO NASCOSTO DELLA RAPPRESENTANZA SINDACALE
L’angolo visuale prevalente nel dibattito sulla rappresentanza sindacale è insoddisfacente perché privilegia l’aspetto che ne fa il congegno in assenza del quale la contrattazione collettiva non potrebbe neanche funzionare. Ma questa è un’ottica riduttiva, poiché amputa l’orizzonte di senso in cui essa si situa, sfiorando appena i nodi della sua legittimazione democratica. UMBERTO ROMAGNOLI
SALARIO MINIMO E STRUTTURA CONTRATTUALE
La questione del salario minimo che si dibatte da decenni nel sindacato. A fronte della frammentazione del mercato del lavoro attuale e della conseguente diversificazione delle regole contrattuali, e degli stessi trattamenti salariali minimi, si fa strada la proposta di regolamentare con un unico contratto i grandi comparti: l’industria, l’agricoltura, il commercio e i servizi privati, la pubblica amministrazione. SALVATORE BONADONNA
IL REDDITO MINIMO GARANTITO TRA FUGHE RADICALI E SUSSIDI DI POVERTA’?
Il reddito minimo garantito è, anche dal punto di vista dei costi, decisamente in agenda. Sarebbe vano anche per il Governo inseguire le forze clericali e parrocchiali in indecorose soluzioni: la richiesta di dignità “di base” per tutti è ormai generalizzata e fortissima ed i tabù italiani sul “chi non lavora non mangerà” si sono, ormai infranti per sempre. GIUSEPPE BRONZINI
L’OSPITE
PENSARE LA COSTITUZIONE: GLI ASSUNTI TEORICO-FILOSOFICI DELLA CARTA. LUCA NOLASCO
IL FATTO
GRANDI OPERE E PRIVATIZZAZIONI: IL CASO PISA. DARIO DANTI
NEL MONDO
LE MILLE E UNA DIMENSIONE DELLA GUERRA DI TUTTI CONTRO TUTTI NELLA TERRA DEI CALIFFI. GIAN PAOLO CALCHI NOVATI
ISRAELE, L’ESPERIENZA DELLA LISTA UNITA DI AYMAN ODEH. LUISA MORGANTINI
IL CASO OCALAN E LE SPERANZE DI PACE DEL POPOLO KURDO. ARTURO SALERNI
POPULISMO VERSUS INDIGENISMO: LE RIVOLUZIONI ANDINE AL BIVIO. CARLO FORMENTI
APPROFONDIMENTI
GENETICA, OGM E AGRICOLTURA. GIORGIO FORTI
RECENSIONI
BONADONNA, LA COGNIZIONE DEL POTERE. BARBARA RAGGI