Per i benpensanti, politici e giornalisti, non si può dire. Per loro questo slogan da corteo (di questo si tratta) appartiene agli “anni di piombo”, ad un epoca di violenze…
Credo occorra ricordare ai revisori della storia che questo slogan da corteo era gridato da milioni di giovani, studenti e operai, per le vie delle città italiane prima della bomba di Piazza Fontana (1969, strage fascista coperta da apparati deviati dello Stato) e a meno che si pensi che quei milioni di persone fossero tutti potenziali terroristi gli “anni di piombo” non c’entrano nulla.
Di quello slogan da corteo la natura antifascista della Costituzione italiana ne consente la sostanza, forse meno la lingua aggressiva, ma le chiacchiere di Salvini, le battute sarcastiche di Brunetta e gli apprezzamenti di Renzi non appaiono certo meno aggressivi oggi di quanto fossero quelle parole…
Quindi finiamola di dare sfoggio di ipocrisia, già abbiamo poco da dire al mondo, prendere una frase del sindaco Marino per criminalizzare, ancora una volta, il sessantotto è patetico. Possiamo cercare di falsificare la storia ma non possiamo negare che quella fu l’ultima stagione di grande partecipazione democratica alla vita del paese, di trasformazioni profonde della società italiana (anche sul piano istituzionale). Il ’68 non produsse il terrorismo, anzi il terrorismo prese avvio proprio con la fine di quella fase di “partecipazione politica di massa”. L’invito è di parlare di ciò che si conosce e non per sentito dire!
In un momento come questo in cui “i fascismi contemporanei” prendono nuova forma per radere al suolo i campi Rom o per calunniare e aggredire immigrati, rifugiate e profughi, per erigere muri fisici e mentali, l’antifascismo esige nuove forme organizzative e nuove esperienze di lotta, non può essere quello di ieri.
Non avremmo mai pensato di dover prendere le difese del sindaco Marino, ma la vita è strana, d’altronde ancora oggi ha una sua efficacia dire: fascisti carogne tornate nelle fogne !!!
marco sansoè