Lettera ai comitati e alle lotte in difesa dei territori, di Fiorenza Arisio

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Pubblichiamo una lettera di Fiorenza Arisio che ci pare un richiamo urgente al progetto di “messa in comune” delle esperienza di resistenza e di lotta dei territori e dai territori.  Una strada che può, da oggi, diventare uno dei percorsi di ricostruzione di una opposizione sociale diffusa…  

Lettera ai comitati e alle lotte in difesa dei territori di Fiorenza Arisio

“Dobbiamo scrivergli una lettera, fargli capire l’importanza della manifestazione a Lanciano e invitarli a partecipare e a darci una mano…”

Questo ci siamo detti, ed eccoci qua che proviamo a buttare giù qualcosa di convincente!
Non è facile. Veniamo da mille incontri, assemblee territoriali. Tanto da fare e sempre meno tempo a disposizione. C’è fermento in Abruzzo attorno alla questione delle trivellazioni per la ricerca e l’estrazione degli idrocarburi, ed in particolare sul progetto Ombrina Mare 2.

Proviamo a partire da qui, cos’è Ombrina Mare:

A 6 km dalla Costa dei Trabocchi (zona di San Vito Chietino) dovrebbe sorgere la piattaforma petrolifera Ombrina Mare. Estesa 35×24 metri, alta 43,50 metri sul livello medio marino (come un palazzo di 10 piani!), sarà collegata a 4-6 pozzi che dovrebbero essere perforati in un periodo di avvio del progetto della durata di 6-9 mesi.

Solo in questa fase verrebbero prodotti 14.258,44 tonnellate di rifiuti, soprattutto fanghi di perforazione. L’esatta composizione dei fanghi è coperta da segreto industriale, ma si tratta sicuramente di sostanze tossiche, talvolta vengono utilizzati anche elementi radioattivi.

Oltre ad una torre che raffina petrolio in mezzo al mare ci sarebbe poi una nave, uguale a quella che a seguito di un incidente nel Pacifico ha creato un disastro ambientale di enormi proporzioni, ve la ricordate?
Dunque la piattaforma sarà collegata ad una grande nave per diventare una vera e propria raffineria galleggiante, definita Floating Production, Storage and Offloading (FPSO), posizionata con ancoraggi a 10 km di distanza dalla costa.

Come potete immaginare, l’installazione di questo, ed altri pozzi di estrazione già in cantiere, sarebbero un duro colpo, forse quello fatale, per l’economia di questo territorio, per non parlare del rischio di disastro ambientale e dei rischi per la salute dei cittadini e la biodiversità. A pensare che la nostra costa, almeno sulla carta, è definita Parco nazionale della Costa dei Trabocchi.

Quello che però ci spinge a coinvolgervi in questa questione è anche altro. Pensiamo che sia un problema urgente e non delegabile ai “professionisti dell’ambientalismo”. Abbiamo noi tutti il dovere di spenderci per bloccare il colonialismo finanziario che da troppo tempo ormai occupa il nostro territorio, attraverso multinazionali che sottraggono spazi vitali di democrazia, con una violenza sempre più arrogante ed esplicita, maldestramente mascherata, a braccetto con il governo Renzi e lo Sblocca Italia.
Stiamo vedendo come in tutto lo stivale, e non solo, continuino a nascere comitati che si battono contro le devastazioni ambientali e le grandi opere, e non c’è ombra di dubbio, secondo noi, che questi siano alcuni degli spazi, se non lo spazio, più interessante, da vivere ed attraversare per chi come noi punta a trasformare il presente. I comitati ci hanno messo nella posizione obbligata dell’apertura, del dialogo con chi è diverso da noi. Ci hanno profondamente messo in discussione e ci hanno fatto sradicare i paletti ideologici che sostenevano la recinzione del nostro giardino, delle nostre isole felici, dove per troppo tempo, forse, ci siamo rinchiusi, mentre fuori c’era una società che cambiava in peggio, e tornava ad essere una società completamente assoggettata alle dinamiche di potere, una società che ha paura, una società razzista, ignorante e violenta col più povero. Noi pensiamo che, in questo deserto culturale, i comitati siano uno spazio da contaminare con le buone pratiche, non attraverso un rapporto di forza di una struttura o di un’ organizzazione politica all’interno di un gruppo disomogeneo, bensì attraverso la ricerca e la conquista di un’egemonia culturale, che parli il linguaggio dell’accoglienza, della difesa del territorio, dell’autodeterminazione, da declinare in ogni singolo momento dell’agire politico, da parte di tutte e tutti, perché è di questo che abbiamo bisogno se non vogliamo barbarie e sottomissione.

All’interno dei comitati abbiamo imparato tanto, in primis che non siamo noi ad avere la verità in tasca, ma che la verità si costruisce insieme nei momenti di lotta e nel confronto; in secondo luogo che bisogna studiare, sapere di cosa si sta parlando, e che i saperi acquisiti vanno condivisi. Ma abbiamo anche “insegnato” qualcosa, ad esempio a non aver paura dei ricatti, delle minacce e delle molteplici forme di potere perpetrate, perché se siamo tanti e tante e se capiamo la potenza del divenire comunità, nulla possono contro di noi. Abbiamo introdotto un modello di confronto atipico per la società dello spettacolo a cui siamo abituati: le assemblee non avvengono più con i 4 esperti del “settore” dietro una scrivania ed il resto delle persone ad ascoltare passivi di fronte, abbiamo fatto capire la bellezza del cerchio, quello che disegna le assemblee che facciamo nei centri sociali, nei collettivi, nelle nostre realtà. Nei comitati non parliamo di antirazzismo, di antisessismo o di anticapitalismo, cerchiamo di praticarli e nel frattempo di farci comprendere.

All’interno della nostra assemblea abbiamo aperto una discussione sul “nuovo” protagonismo delle province, delle periferie, che da marginalità si fanno sempre più centri di fermento culturale e di dissenso. Pensiamo che le province non siano più, e non dovranno mai più essere, gli spazi dove non si riesce a fare politica, e che quindi “producono” solo compagni e compagne che confluiscono nelle grandi manifestazioni nazionali, nelle aree metropolitane, molto spesso senza essere nemmeno coinvolti nell’organizzazione e partecipando quindi sulla fiducia, ritrovandosi molte volte in situazioni “scomode” senza nemmeno aver contribuito ai momenti decisionali, a volte riportando a casa solo botte e denunce.

Anche per questo abbiamo deciso di manifestare a Lanciano e non nei capoluoghi di Regione, a Pescara o L’Aquila. Questo perché la risposta più determinata e la partecipazione più numerosa alle iniziative di protesta contro Ombrina sono partite proprio da questo territorio di provincia. Ed è proprio da qui, allora, che bisogna ripartire.

L’appuntamento a cui vi invitiamo è sabato 23 maggio, alle ore 15, a Lanciano, provincia di Chieti. Costa dei Trabocchi. Una manifestazione contro la piattaforma Ombrina Mare, contro tutte le trivellazioni e contro lo Sblocca Italia.

Non vi chiediamo di camminare in corteo con noi perché abbiamo bisogno di “numeri”, o perché non abbiamo “amici” più vicini. Per tutta onestà vi diciamo in anticipo che il corteo sarà grande, ne siamo certi, e sarà composto principalmente da gente del territorio abruzzese, che da tanti anni si mobilita contro la petrolizzazione del mare adriatico. L’ultima assemblea che abbiamo convocato a Zona 22 è stata attraversata da oltre 500 persone, numeri sorprendenti se si pensa che Zona 22 è un centro sociale occupato e perennemente sotto minaccia di sgombero da parte del Comune di San Vito Chietino. Nei giorni successivi si sono creati gruppi di lavoro che si incontrano tra Pescara e Lanciano tutte le settimane, che vedono la presenza anche degli enti locali. Perfino i vicesindaci e i sindaci partecipano attivamente alle nostre assemblee. Ad oggi ci sono oltre 170 associazioni ed enti locali che hanno sottoscritto il nostro appello. E’ un percorso che è diventato patrimonio della nostra comunità.
Se vi chiediamo collaborazione è semplicemente perché vogliamo che questa lotta possa divenire patrimonio di tutte e tutti, oltre i confini della Regione Abruzzo, così come noi sentiamo NOSTRA la difesa della Val Susa dal Tav, di Chiaiano dalle megadiscariche, della laguna di Venezia dalle Grandi Navi, di Parma dall’inceneritore, etc. La lista è lunga perché la verità è che, negli ultimi 15 anni, abbiamo sempre saputo che la solidarietà e la fratellanza/sorellanza sono delle risorse da mettere a valore continuamente.

L’appello che vi inoltriamo è che tutti i comitati, dalla Val Susa a Niscemi, partecipino a questa manifestazione in modo che diventi una presa di parola contro le grandi opere e lo Sblocca Italia.
C’è tanto dentro, e non possiamo immaginare questo grande momento di lotta e partecipazione senza i compagni e le compagne con cui abbiamo condiviso tanta strada. Ci sembra che questo 23 maggio possa essere un ponte tra tutto quello che abbiamo fatto e vissuto fin’ora con quanto possiamo, vogliamo e dobbiamo costruire in futuro, nel tentativo di poter mettere insieme una visione del mondo e della vita che passando per le singole vertenze creino un mondo vivibile, giusto e rispettoso delle persone e dell’ambiente.

La lotta ad Ombrina mare, alle trivellazioni e, in generale, alle grandi opere, si inserisce dentro diversi percorsi già attivi: lo Sblocca Italia è il nostro nemico in comune. Il 24 maggio, giorno successivo al corteo, l’assemblea nazionale contro lo Sblocca Italia sarà fatta a Pescara in modo da facilitare la partecipazione ad entrambi gli appuntamenti.

La questione di Ombrina e delle trivellazioni sta circolando anche all’interno delle discussioni sui cambiamenti climatici, come è avvenuto il 14 marzo a Roma nell’assemblea nazionale “Verso (e oltre) Parigi 2015: Cambiamo il sistema, non il clima”, e a metà aprile a Bruxelles in occasione della presentazione dell’Atlante sui conflitti ambientali, e non può distaccarsi dalla questione delle grandi opere, come l’Expo: un filo diretto lega l’approvvigionamento di energia, la mobilità, il lavoro, l’abitare, il cibo che mangiamo e i rifiuti che produciamo.

Abbiamo letto il documento dei Wu Ming “UGO Unica grande Opera”. Ne condividiamo i contenuti e gli obiettivi e ci auguriamo che l’appuntamento del 23 Maggio a Lanciano sia solo la prima tappa di un percorso verso ed oltre l’8 dicembre 2015, giornata in cui tutte le lotte territoriali, dalle province alle metropoli, facciano sentire le loro voci.

Speriamo di avervi trasmesso la passione e l’anima che ci sta muovendo in questo momento e abbracciandovi vi aspettiamo il 23 maggio a Lanciano!

Prima e dopo il corteo potete godervi il mare…

Per avere informazioni più dettagliate su Ombrina Mare e le trivellazioni nel Mar Adriatico, per leggere l’appello e tutte le news, potete consultare il blog: stopombrina.wordpress.com

22 maggio 2015

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