La Legge n. 645 del 20 giugno 1952 (Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione), ha definito all’art. 4 il reato di “Apologia del fascismo”, reato commesso da chiunque “…pubblicamente esalti esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo…”
Ad avviso delle forze di polizia e della magistratura locale i banchetti organizzati da alcune formazioni politiche con lo sfoggio delle effigi di Mussolini e di altra propaganda fascista non esaltano, pubblicamente, esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo. Mai è stato disposto l’immediato sequestro dei materiali esposti a questi banchetti e la denuncia di chi li ha organizzati, per apologia.
Anche le amministrazioni locali, trincerandosi dietro la libertà di pensiero, concedono le autorizzazioni di occupazioni di suolo pubblico ma non agiscono, come potrebbero con la propria locale polizia, per verificare che la libertà di pensiero non travalichi quanto la norma definisce “apologia” o “istigazione all’odio razziale”.
La recente severa condanna di tre compagni biellesi che, in un contesto di inerzia delle istituzioni deputate, hanno contestato uno di questi banchetti conferma la palese asimmetria: “forti” nei confronti degli antifascisti militanti, pratica beffeggiata quale residuato bellici; “deboli” con i neo-fascisti militanti, sempre indenni da rilievi.
Un approccio che illustra, anche nelle nostre terre, l’obiettivo primario: criminalizzare il movimento (in questi giorni l’audizione dell’imputato Erri De Luca con l’accusa, paradossale, di istigazione a delinquere è ulteriore evidenza ).
Nell’opera di indebolimento dell’antifascismo in favore di formazioni reazionarie spicca, per il suo fondamentale ruolo, il deputato Luciano Violante. Le sue dichiarazioni, alcuni anni fa, sulla necessità di comprendere le ragioni di chi aderì alla repubblica di Salò, hanno avuto un peso determinante per lo sdoganamento di pensiero e organizzazioni neofasciste in Italia.
Anche nel biellese si vedono gli effetti di questo lento ma progressivo imbarbarimento culturale e politico: sempre più frequenti sono infatti le iniziative o le manifestazioni di Forza Nuova o della Lega Nord in cui si promuove, oggettivamente, l’odio razziale e il nazionalismo (le strade maestre del fascismo)
Il Coordinamento biellese no tav esprime dunque la propria preoccupazione per la continua ed impropria assimilazione delle forme di Resistenza, in particolare quella antifascista, alla fattispecie delittuosa; ed esprime piena condivisione e solidarietà ai tre compagni ingiustamente condannati e a tutti i compagni vittime della repressione.
Biella 23/05/2015
Coordinamento biellese no tav
Comunicato Stampa – No Tav Biella sulla condanna dei tre antifascisti biellesi