Sabotaggi all’Alta Velocità, Perino al Secolo XIX: «I No Tav non c’entrano, è strategia della tensione»
Giampiero Timossi
Sulla stessa linea si è espresso il giudice Ferdinando Imposimato , magistrato con una lunghissima esperienza nella lotta al terrorismo e oggi sostenitore delle politiche No Tav.
Perino, lei in un’intervista a Radio Monte Carlo ha parlato degli atti di sabotaggio come di proteste genuine…
Confermo.
Perché “genuina”?
Genuina è la protesta spontanea e non violenta. La gente non è stupida, è stanca di vedere tutti questi soldi sprecati per opere che non hanno utilità pubblica, ma servono solo a far arricchire la solita compagnia di giro. Sulle nuove opere e sulla loro falsa utilità si sono espressi pure Renzi e le Ferrovie, e dubbi sono stati manifestati anche da Bruxelles. Eppure si va avanti, senza rispettare le regole e fregandosene degli accordi sottoscritti, mentre gli ospedali e le scuole cadono a pezzi e chi paga le tasse è costretto a pagarne sempre di più.
Per lei si tratta di atti di sabotaggio spontanei?
Sì, ripeto: la gente è stufa e soprattutto non è stupida. E non credo che per atti di protesta come questi serva avere alle spalle un’organizzazione.
Quale il limite?
Sono gesti di protesta non violenta tutti quelli che non causano violenza sulle persone, come in questi casi. Invece c’è chi ha subito cercato di strumentalizzare questi episodi, chi ha parlato di terrorismo, chi addirittura li ha paragonati alla strage del “Rapido 904”, è pazzesco. Quei poveracci che vanno a rubare i cavi di rame lungo le linee ferroviarie sono dei terroristi? Non scherziamo, non lo sono. Invece c’è chi vorrebbe strumentalizzare questi episodi, anzi lo sta già facendo.
Lei esclude che si tratti di atti eseguiti da soggetti aderenti o vicini al movimento No Tav?
Ripeto: io sono praticamente sicuro che non si tratti di nessuno legato al movimento No Tav. Vero: non siamo un movimento monolitico, non posso escluderlo al 100%, ma posso dire con certezza che nessuno di noi è a conoscenza di azione come quelle di questi giorni. E la cosa pare abbastanza sospetta.
Che significa?
Non lo dico solo io, basta leggere quello che scrive il giudice Imposimato: lui ha lottato per anni contro il terrorismo, e ha appena lanciato il fondato sospetto che si possa trattare di atti creati ad arte solo per alzare il livello della tensione e colpire le lotte non violente del movimento.
Il contesto parla anche di attivisti appena prosciolti dall’accusa di terrorismo e di perplessità sulla Torino-Lione che arrivano anche dai governi italiani ed europei. Quindi lei vuol dire che non ci sarebbe un ragionevole motivo per compiere in questo momento atti di sabotaggio?
Esatto, almeno che non si voglia distogliere l’attenzione da altro.
Per esempio?
In Francia stanno scavando un tunnel che spacciano per esplorativo e invece si tratta di 10 chilometri di galleria per la nuova linea. Dicono che ci vorranno dieci anni per ultimarla, facendo due calcoli significa che per il completamento servirà più di mezzo secolo. Comunque vogliono spingere il piede sull’acceleratore, mettere la gente davanti al fatto compiuto, fregandosene degli accordi firmati anche nel 2012 dove si dice con chiarezza che i lavori non possono iniziare. Questa è la loro democrazia, il loro rispetto della legge