In libreria e on line
il n. 29 di alternative per il socialismo
AVANTI VERSO IL PASSATO
In Italia tutto ricomincia daccapo – Il voto tedesco e le larghe intese consolidano la direzione di marcia di questa Europa reale – L’altra faccia della Germania: cominciano a mordere precarietà e povertà. La cesura della Spd con la propria identità – Il disastro della Francia di Hollande – La necessità dell’intervento pubblico e della socializzaizone degli investimenti. La proposta Fiom sulle politiche industriali. I temi della riduzione dell’orario di lavoro e della democrazia economica – I movimenti tra rassegnazione e conflitto: un’analisi critica – Moderno capitalismo versus democrazia, il convegno della Fondazione Cercare Ancora – La Chiesa di Francesco e il mercato.
Bertinotti, Bierbaum, Giaculli, Hildebrandt, Berta, Forges Davanzati, Pennacchi, Grazzini, Bersani, Brancato, Gnesutta, Gianni, Bolini, Russo, Oggionni, Castorino, Algostino, Pepino, Armeni, Assennato, La Valle, Musolino, Bassolino, Badiale
L’EDITORIALE
TORNA IL TEMPO DELL’“IMPEGNO” DIRETTO. RICOMINCIARE E’ UNA CHIAMATA PER TUTTI
Ci sono state a Roma lo scorso ottobre tre diverse manifestazioni nazionali con piattaforme e soggetti diversi e diversamente critiche rispetto al regime politico e sociale in atto. Penso che, pur con il legittimo bagaglio critico di ognuna rispetto alle altre, se i suoi protagonisti avessero partecipato anche alle altre manifestazioni, le forze di movimento ne avrebbero tratto vantaggio e si sarebbe visto meglio che quella più promettente, sia per soggetti mobilitati che per costruzione del rapporto tra esperienze sociali e programma, era quella del 19, dalla quale, perciò, far scaturire una larga e coinvolgente riflessione sul futuro dei movimenti. E’ solo un piccolo esempio che però ci dice quanto ci sia, e sia possibile, di fare società e lotta. Anche quell’intellettualità diffusa che è critica del presente, che è insofferente alla politique politicienne e che denuncia, giustamente, la scomparsa della sinistra deve essere chiamata a questo lavoro politico direttamente. Torna il tempo dell’“impegno” diretto, la delega al partito operaio per lo “sbocco politico” delle lotte è morta con quello, se mai è esistita. Ricominciare da capo è una chiamata diretta, per tutti. Anche per gli intellettuali. Il Sartre del Sessantotto non è poi così lontano. FAUSTO BERTINOTTI
TEMI
L’ALTRA FACCIA DELLA GERMANIA
LA GERMANIA E’ DAVVERO UN MODELLO PER L’EUROPA?
Con la grande coalizione a guida Merkel nulla cambierà nel “modello tedesco”. Ma i dati ufficiali non dicono tutta la verità: la disoccupazione sfiora i 4 milioni mentre dilaga la precarietà. Inoltre, la crescita economica debole in Europa ha un impatto notevole su un’economia orientata prevalentemente alle esportazioni e che non può essere compensata completamente dal mercato globale. HEINZ BIERBAUM
LA SOCIETA’ TEDESCA TRA BENESSERE PERCEPITO PRECARIETA’ REALE
La maggioranza della popolazione tedesca si identifica con il tormentone elettorale di Merkel: «La Germania sta bene». Ma al di là degli spot cominciano a mordere precarietà e povertà, anche nella stessa capitale Berlino. Sono gli effetti delle riforme che hanno colpito il welfare e completamente liberalizzato il mercato del lavoro; con il dilagare di tempo determinato, tempo parziale e mini– e midijobs. PAOLA GIACULLI E CORNELIA HILDEBRANDT
A SPD, STORIA DI UNA CESURA CON LA PROPRIA IDENTITA’
Non è probabile che la socialdemocrazia tedesca ritorni nell’alveo del suo percorso storico, di quel modello socialista e welfarista che aveva assunto piena configurazione fra gli anni ’30-’50. La cesura rispetto a quella identità storica è avvenuta quando si è attuata la conversione verso una proposta politica rivolta alla società nel suo complesso e non più a referenti sociali specifici. GIUSEPPE BERTA
L’ARGOMENTO
E SE TORNASSE L’INTERVENTO PUBBLICO?
POLITICHE D’AUSTERITA’ E CRISI MONETARIA DELL’UE. UNA PROSPETTIVA CRITICA
Sperimentato l’inoppugnabile fallimento delle politiche di austerità, non si vede la ragione per la quale reiterare l’errore; soprattutto se il rispetto del vincolo del rigore finanziario viene motivato appellandosi a discutibili argomenti etici, che dovrebbero essere, al più, utilizzati per far fronte all’insostenibile disuguaglianza distributiva che queste stesse politiche hanno contribuito a produrre. GUGLIELMO FORGES DAVANZATI
L’ATTUALITA’ DELLA PROSPETTIVA KEYNESIANA DI “SOCIALIZZAZIONE DELL’INVESTIMENTO”
Per trattare lo sconvolgimento epocale che la crisi globale sta provocando non bastano strategie difensive, occorre una rivoluzione culturale che faccia uscire dall’inerzia e dall’afasia, inducendo a riscoprire la discriminante destra/sinistra nello sviluppo dei “beni pubblici” e dei “beni comuni”, per ciò mobilitando in primo luogo la leva degli investimenti pubblici LAURA PENNACCHI
RUOLO PUBBLICO E DEMOCRAZIA ECONOMICA PER USCIRE A SINISTRA DALLA CRISI
Esistono pochi dubbi che l’intervento pubblico nell’economia sia necessario, soprattutto quando le crisi capitaliste mostrano la natura caotica del mercato e del capitalismo finanziario. Ciò che qui proponiamo è però di ripensarlo radicalmente, abbinando intervento pubblico, democrazia economica ed economia civile per generare effetti progressivi per i lavoratori e i cittadini. ENRICO GRAZZINI
RIAPPROPRIARSI DELLA RICCHEZZA SOCIALE: FOCUS SU CASSA DEPOSITI E PRESTITI
Oltre 240 miliardi di euro risparmiati dai cittadini viene raccolta dalla Cassa Depositi e Prestiti che, dalla sua nascita nel 1850, li utilizzava per permettere agli enti locali di poter fare investimenti con mutui a tasso agevolato. Nel 2003 è stata trasformata in Spa. Cosa è successo da allora? Cosa è diventata nell’ultimo decennio? Come e per quali scopi utilizza i nostri soldi? MARCO BERSANI
FONDI PENSIONE, UNA PROPOSTA FIOM PER FAVORIRE LE POLITICHE INDUSTRIALI
L’idea è quella di realizzare nuove possibilità di investimento dei Fondi pensione attraverso attività creditizie presso lo Stato, pensate ad hoc, con l’obiettivo preciso di far si che una parte consistente delle risorse oggi amministrate venga investita nel nostro paese e possano essere utili ad aiutare a realizzare strategie concordate di politica industriale. MASSIMO BRANCATO
LA RIDUZIONE DELL’ORARIO DI LAVORO: UN OBIETTIVO PLAUSIBILE?
L’attuale mercato del lavoro non può che produrre scarsa e cattiva disoccupazione. Allora, porsi l’ambizioso obiettivo di una politica di piena e buona occupazione, richiede di dover intervenire per modificare radicalmente l’esistente, mettendo all’ordine del giorno un intervento finalizzato alla redistribuzione del lavoro tra occupati e inattivi. CLAUDIO GNESUTTA
IL FATTO
IL CONVEGNO PROMOSSO DALLA FONDAZIONE CERCARE ANCORA
MODERNO CAPITALISMO VERSUS DEMOCRAZIA: UN IMPEGNATIVO CONFRONTO A ROMA CON PRESENZE INTERNAZIONALI ALFONSO GIANNI
APPROFONDIMENTI
I MOVIMENTI. ANALISI CRITICA TRA RASSEGNAZIONE E CONFLITTO
IL 12 OTTOBRE, UNA MANIFESTAZIONE PER PARLARE AL CUORE DEI PROBLEMI RAFFAELLA BOLINI
IL 18-19 OTTOBRE PER UN NUOVO CICLO DI LOTTE OPERAIE E SOCIALI FRANCO RUSSO
IL MOVIMENTO STUDENTESCO ALLE PRESE CON IL “RECINTO” SIMONE OGGIONNI E MATTEO CASTORINO
ORDINE PUBBLICO E GARANZIE NEI PROCESSI AGLI ESPONENTI NO TAV LIVIO PEPINO
VAL SUSA IN MOVIMENTO, LOTTA POPOLARE E SGUARDO OLTRE ALESSANDRA ALGOSTINO
IN ITALIA LA SINISTRA POLITICA SI PREPARA A UN LUNGO SILENZIO RITANNA ARMENI
IN FRANCIA, LA VIA MALDESTRA DE LA REPUBLIQUE MARCO ASSENNATO
SAGGI
LA RIVOLUZIONE DELLA CHIESA DI PAPA FRANCESCO
LA CHIESA DI FRANCESCO METTE IN QUESTIONE IL SISTEMA: E NOI? RANIERO LA VALLE
ASPETTATIVE E SPERANZA DELL’ISLAM VERSO IL NUOVO PAPA MAURIZIO MUSOLINO
RECENSIONI
“LA TIPO E LA NOTTE” DI INGRAO. SCRITTI SUL LAVORO ANTONIO BASSOLINO
SCREPANTI, L’IMPERIALISMO GLOBALE E LA GRANDE CRISI MARINO BADIALE