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il n. 28 di alternative per il socialismo
PARTITO PRESO
Numero monografico sulla fine del partito del movimento operaio in Italia e in Europa. Riflessioni e approfondimenti su cosa è stata quella storia di rivoluzionari e riformisti (comunisti, socialisti, socialdemocratici e laburisti) e sulle cause della scomparsa del soggetto protagonista del Novecento. Il crollo dell’Urss e l’ultima rivoluzione capitalistica. Il distacco dal mondo del lavoro, l’incomprensione dei movimenti, il mancato ascolto del femminismo e delle critiche alla “forma partito”. Apertura di un dibattito sul futuro dell’Unione europea. Commenti sull’accordo sulle relazioni sindacali
Bertinotti, D’Orsi, Petrucciani, Di Siena, Bonadonna, Pietrangeli, Favilli, Petrella, Revelli, Garibaldo, Agostinelli, Forenza, Labate, Gianni, Cesaratto, Amoroso, Beck, Capecchi, Murard-Yovanovitch, Alleva, Guglielmi, Russo, Dinetti
L’EDITORIALE
IL PARTITO OPERAIO. UN’INTERA STORIA SI E’ CHIUSA
La tesi che ispira questo numero monografico della rivista è molto aspra e, per noi, persino difficile da accettare. Eppure pensiamo che essa debba essere constatata e dichiarata apertamente, se si vuole intraprendere il difficile cammino della ricostruzione della sinistra in Europa. La tesi è che il partito del movimento operaio sia morto. Se a questa realtà corrisponda, più generalmente, la fine stessa del movimento operaio o una sua crisi profonda è questione aperta anche tra di noi. Qui viene affrontata, in modo specifico, la questione del partito, in un passaggio storico che ne vede mutata la natura, la funzione e il modo di essere. Si apre così una grande questione per l’intera politica del nostro tempo. Il partito di classe, il partito operaio, cioè il partito della sinistra nella storia del movimento operaio, è finito irrimediabilmente. Non si può, allora, che cominciare dall’inizio della politica, cioè dalle prassi sociali. Se devi ricominciare, come devi, lo puoi fare solo dalla reinvenzione di una prassi sociale efficace, nella quale i soggetti critici e le loro pratiche siano il fondamento necessario, sebbene insufficiente, della costruzione di una soggettività politica organizzata. FAUSTO BERTINOTTI
TEMI
LA CRISI DEL PARTITO OPERAIO DEL ‘900 IN EUROPA
IL “PARTITO DELLA CLASSE OPERAIA”
La vicenda storica della sinistra europea, e in parte anche extraeuropea, s’identifica largamente nella traiettoria dei partiti operai. In Italia, il Pci aveva caratteri suoi propri di straordinaria potenza e originalità. Erano la forza di quel partito e del popolo che lo animava. Ma certo, alle sue spalle, vi era la grandezza di un intero movimento internazionale, quello proletario. ANGELO D’ORSI
I DIFFICILI PERCORSI DELLE CULTURE CRITICHE
Per capire la vicenda delle culture critiche nel nostro Paese bisogna risalire un po’ indietro. Nei decenni del secondo dopoguerra, l’Italia è stata l’unico tra i grandi paesi occidentali ad essere caratterizzato dalla presenza non solo di un Partito comunista di massa, ma anche di una vastissima e prestigiosa intellettualità che con questo partito dialogava e nelle sue posizioni, bene o male, si riconosceva. STEFANO PETRUCCIANI
L’ARGOMENTO
LE CAUSE DELLA FINE: STORIA DI UN SOGGETTO PROTAGONISTA
COS’E’ STATO IL PARTITO DI MASSA. RIFLESSIONI PER L’OGGI
Questo protagonista del cosiddetto “secolo breve” è figlio, da un lato, dell’estensione progressiva del diritto di voto ed è, quindi, attore dell’evoluzione dello Stato liberale in senso democratico; ma è anche prodotto di quella svolta epocale costituita dalla Grande Guerra e dall’Ottobre: ultima rivoluzione dell’Ottocento, d’ispirazione giacobina, e il primo rivolgimento di massa del Novecento. PIERO DI SIENA
PARTITO E POPOLO NELLA PARABOLA DELLA SINISTRA
Il partito era lo strumento attraverso cui iscritti, militanti, simpatizzanti, partecipavano alla elaborazione e alla diffusione degli obiettivi. Sezioni e Case del Popolo costituivano il punto d’incontro di tanti interessi e sensibilità; le cooperative rappresentavano forme concrete di mutualità che prefiguravano una società futura. Eravamo di fronte a un Paese nel Paese. SALVATORE BONADONNA
QUANDO CONTESSA COMINCIO’ A FAR PAURA AI GRUPPI DIRIGENTI
A un certo punto, intorno alla metà degli anni Settanta, nelle stanze di Botteghe Oscure prende corpo la volontà di separare sempre di più gli interpreti del Nuovo Canzoniere dalle ragioni della loro scelta; le canzoni dalla ricerca; il Nuovo Canzoniere dall’Istituto Ernesto de Martino. La ragione di fondo era politica e mercantile assieme. PAOLO PIETRANGELI
FINE DEL RIFORMISMO? APPUNTI
Che nel contesto attuale tutte le tradizioni del riformismo socialista – sia socialdemocratico che comunista – non possano trovare posto è del tutto ovvio. Lo è meno il fatto che la gran parte degli esponenti di quelle tradizioni non abbiano quasi opposto resistenza ad uno “spirito del tempo” cominciato a metà anni Settanta, rafforzatosi negli Ottanta e poi dilagato nei Novanta. PAOLO FAVILLI
IL CARO DISPERSO. LA SINISTRA IN EUROPA
La disparizione (ad oggi) della “sinistra in Europa” è strettamente legata alla maniera in cui nel corso degli ultimi trenta anni del XX secolo, essa ha interpretato e tradotto in priorità politiche/ideologiche ed azioni le mutazioni rappresentate dalle rivoluzioni scientifiche e tecnologiche, dalla globalizzazione, dai poteri forti e dal nuovo sistema finanziario mondiale. Quattro campi di “mutamenti strutturali”. RICCARDO PETRELLA
MACCHINE POLITICHE
Un approfondimento a partire dal tema della consonanza tra le forme organizzative della produzione di massa standardizzata e il modello organizzativo delle grandi “macchine politiche” (il partito di massa o di “integrazione di massa” novecentesco); e sul “paradigma burocratico-monocratico” come forma in assoluto più efficiente di organizzazione. MARCO REVELLI
APPROFONDIMENTI SULLA CRISI
LE OCCASIONI MANCATE
LA FINE DELLA RAPPRESENTANZA DEL LAVORO FRANCESCO GARIBALDO
DIFFIDENZE E INCOMPRENSIONI TRA PARTITO E MOVIMENTI MARIO AGOSTINELLI
FEMMINISMO E “FORMA PARTITO”: CHI FA LE CONCLUSIONI? ELEONORA FORENZA
I PARTITI OPERAI DI FRONTE ALLA CRISI DELLA “FORMA PARTITO” SERGIO LABATE
IL DIBATTITO
QUALE FUTURO PER L’EUROPA
PENSARE A UNA NUOVA MONETA DOPO L’EURO ALFONSO GIANNI
L’AGENDA NASCOSTA DELL’EURO SERGIO CESARATTO
EURO, EUROPA E MEDITERRANEO BRUNO AMOROSO
SAGGI
LE POLITICHE DELLO SVILUPPO REGIONALE IN EUROPA BERND BECK E VITTORIO CAPECCHI
L’EUROPA TRA RAZZISMO, FASCISMO E ASSENZA DELLA SINISTRA FLORE MURARD-YOVANOVITCH
IL FATTO
L’ACCORDO SULLE RELAZIONI SINDACALI
LA FUTURA LEGGE SULLA RAPPRESENTANZA DOPO IL CONFLITTO FIAT/FIOM PIERGIORGIO ALLEVA
NON E’ TUTTO “LORO” QUELLO CHE LUCCICA CARLO GUGLIELMI
RECENSIONI
AZZARITI, PUO’ IL COSTITUZIONALISMO SOPRAVVIVERE? FRANCO RUSSO
CARUSO E L’HOMO OECONOMICUS, CRISI E REVISIONE DI UN CONCETTO FRANCESCA DINETTI