In libreria e on line il n. 26 di alternative per il socialismo
Abbasso la delega, viva la democrazia
Il voto e la sconfitta del sistema politico – Le elezioni non sono la soluzione, è la sinistra il problema – Le sfide della politica a 5 Stelle e quel paradosso tra democrazia digitale e leader carismatico – Propositi e attese dei movimenti nel nuovo quadro politico e istituzionale – Il sindacato e la mutazione genetica – Il Venezuela bolivariano e il destino comune dell’America Latina – La Tunisia alle prese con la lotta di classe – La Chiesa di Francesco, un punto di vista.
Bertinotti, Biorcio, Formenti, Gianni, Bersani, T. Rinaldini, Bondi, Brancato, Fracchia, Oggionni, Azzaro, Ippaso, De Marzo, Mascia, Melandri, Berta, Lettieri, Polo, Curci, Maddalena, Murard-Yovanovitch, Sansoè, De Martino
L’EDITORIALE
LE ELEZIONI NON SONO LA SOLUZIONE. LA SINISTRA E’ IL PROBLEMA
La realtà delle ultime elezioni è stata quella dello sgomento, dell’impossibilità di avere una comune scelta di voto anche in un’area di sinistra altrimenti convergente. Sarà un fenomeno destinato a ripetersi. Le elezioni in Italia sono giunte a una discontinuità con il dopoguerra. La sinistra, per non essere risucchiata in un meccanismo alienante e debilitante, deve avere la lucidità di prendere le distanze, anche emotivamente, dalle elezioni nazionali. Un appuntamento da relativizzare per chi voglia ricostruire la sinistra. Tanto che, quando vengano a mancare le condizioni per una presenza forte della sinistra di alternativa, converrà disporsi a saltare un giro. Sarebbe bene che il processo di costruzione della coalizione sociale, che è la priorità, giungesse ad un punto nel quale da quest’ultima venisse un’indicazione, almeno prevalente, di voto. Ma andrebbero anche indagate le diverse possibili opzioni. Molte sono le possibilità, basti pensare a una campagna per l’astensione attiva, oppure al sostegno a una presenza elettorale autonoma in nome della costruzione di un soggetto politico, oppure a un voto ‘entrista’ in favore di candidati ‘di movimento’ in partiti altro da te o altre ancora. Ma ormai è chiaro: la rinascita della sinistra sta fuori dalle elezioni. E lì va intrapresa. FAUSTO BERTINOTTI
TEMI
CRISI DELLA POLITICA E DEI SUOI FONDAMENTI CULTURALI
LE SFIDE DELLA POLITICA A 5 STELLE
Il successo del M5S non è un evento estemporaneo e fortuito, dovuto unicamente ai ripetuti errori di tutti i partiti in una fase di crescente sofferenza sociale. Nasce da un movimento costruito con un percorso originale, sviluppato per diversi anni con mobilitazioni sulla rete e sulle piazze. Solo successivamente il movimento di Grillo si è impegnato direttamente nell’arena elettorale. ROBERTO BIORCIO
QUEL PARADOSSO TRA DEMOCRAZIA DIGITALE E LEADER CARISMATICO
Nella fase iniziale, il paradosso della coabitazione fra democrazia digitale orizzontale e antigerarchica e figura di indiscusso leader, poteva essere mascherato con battute come: “Grillo è solo il portavoce”. Diventa più difficile quando il movimento, divenuto partito, “esce” dal Web, crea una rete di attivisti sul territorio, seleziona i candidati e cerca di controllarli dopo averli fatti eleggere. CARLO FORMENTI
L’ARGOMENTO
PROPOSITI E ATTESE DEI MOVIMENTI ALLA LUCE DEL NUOVO QUADRO POLITICO-ISTITUZIONALE
SCONFITTA LA DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA. IL VOTO VISTO DALLA PARTE DEI MOVIMENTI
A risultare battuti dall’esito elettorale sono stati sicuramente il montismo, con il suo portato di politiche di austerity, e la coalizione di centrosinistra guidata da Bersani, percepita dalla popolazione in contiguità con esse. Ma va assolutamente messa in evidenza anche la crisi della stessa democrazia rappresentativa: come emerge bene sommando i voti ottenuti da Grillo alla percentuale di coloro che si sono astenuti. ALFONSO GIANNI E MARCO BERSANI
LE FABBRICHE TOLGONO LA FIDUCIA ALLA RAPPRESENTANZA POLITICA
Nei luoghi di lavoro è cresciuta negli anni una richiesta forte di cambio radicale nei gruppi dirigenti della sinistra e nelle scelte di politica economica, a cominciare dalla netta inversione di tendenza rispetto al montismo. Anche per questo molti lavoratori e lavoratrici, al momento del voto, hanno valutato che nella proposta di Grillo ci fosse un salutare e utile strappo rispetto al passato. TIZIANO RINALDINI E VALERIO BONDI
TORNARE ALLA COSTITUZIONE, PER TORNARE ALLA DEMOCRAZIA
Se la questione democratica rappresenta la vera questione di fondo da affrontare, pena lo spappolamento della coesione sociale e nazionale, centrale al suo interno è quella del lavoro che deve tornare ad essere l’elemento che tiene insieme il Paese. Non bisogna inventarsi nulla, basta andare alla Costituzione e provare a sviluppare una strategia politica e sociale orientata ai suoi principi. MASSIMO BRANCATO
NON ESISTONO GOVERNI AMICI DEL MOVIMENTO NO TAV
Il popolo No Tav ha sempre fatto conto sulle sue sole gambe, rifiutando di schierarsi con questo o quel partito. E non deve trarre in inganno, a questo proposito, il massiccio consenso ottenuto dal 5 Stelle in Valle Susa, perché è il frutto di una volontà di dare un segnale inequivocabile di cambiamento e di protesta. Al movimento non interessano gli schieramenti, ma gli atti di governo concreti. DARIO FRACCHI
LO STALLO DEL MOVIMENTO STUDENTESCO, LA SFIDA DI UNO SPAZIO NUOVO
Il movimento studentesco non rifiuta pregiudizialmente il rapporto con la rappresentanza: tanto la Rete della Conoscenza, quanto l’Udu e la Rete degli Studenti Medi, hanno posto alla politica, anche nelle scorse elezioni, le proprie richieste programmatiche. Il problema è che la politica, la sinistra, non sono in grado né di elaborare questa richiesta di relazione né di fornire risposte efficaci. SIMONE OGGIONNI
RABBIA E ASPETTATIVE DEL MOVIMENTO DEI PASTORI SARDI
In Sardegna la situazione è particolarmente critica dal punto di vista sociale e lo scollamento tra istituzioni e cittadini sembra diventato ormai insanabile. La crisi della democrazia sta toccando il fondo e i pastori l’hanno forse capito prima di altri. Per il movimento, che alle elezioni ha deciso di astenersi, «questa destra e questa sinistra hanno perso di senso, ma non le categorie in assoluto». ANGELA AZZARO
LGTBQ, LE LETTERE SCRITTE E NON DA AURELIO MANCUSO
A colloquio con uno dei leader storici dell’Arcigay per fare il punto sul movimento lesb/gay/trans/bisex/queer e le sue interlocuzioni, attraverso un epistolario vero o immaginario con personalità: politiche, religiose, di movimento. Lettere che dicono quanto è complicato orientarsi, se le stesse minoranze sono le prime a farsi da parte, credendo che siano sempre altre le priorità del Paese. KATIA IPPASO
DAL MONDO
CHAVEZ, IL VENEZUELA E IL DESTINO COMUNE LATINOAMERICANO GIUSEPPE DE MARZO
LA TUNISIA ALLE PRESE CON LA LOTTA DI CLASSE GRAZIELLA MASCIA
L’OSPITE
E’ LA RINUNCIA DI BENEDETTO A REGALARCI FRANCESCO EUGENIO MELANDRI
APPROFONDIMENTI
LA VIA STRETTA DEL SINDACATO CONTEMPORANEO GIUSEPPE BERTA
POLITICA E ISTITUZIONI NELLA CRISI DEL SINDACATO ANTONIO LETTIERI
LA SVOLTA DEL 1992 E LA MUTAZIONE GENETICA GABRIELE POLO
CONFLITTI E FORME DI COMUNITA’: QUALE FUTURO POSSIBILE? SARA CURCI
VI RACCONTO LA MIA CGIL (parte seconda) GIANNI RINALDINI
RECENSIONI
“BENICOMUNISMO” OVVERO IL SOCIALISMO DEL XXI SECOLO ALFONSO GIANNI
DE MARZO, AUTONOMIA DI UNA RIVOLUZIONE PAOLO MADDALENA
“CLANDESTINI”, QUANDO LA PAURA ABITA NELLE PAROLE FLORE MURARD-YOVANOVITCH
SOH-MOUBE, RINASCITA DI UNA MIGRANTE RESPINTA MARCO SANSOE’
LA RIVISTA KAINOS E IL PARADOSSO DELL’IGNORANZA GIULIO DE MARTINO