Dopo l’azione di Napolitano del 2012 che affida il governo a Monti, appositamente fatto senatore a vita, senza sciogliere le Camere, sottraendo ai cittadini il compito di eleggere i componenti di un nuovo governo…
Dopo la politica economica, recessiva e conservatrice, del governo Monti che ha messo i conti dello stato in ordine attraverso politiche fiscale e sociali che hanno colpito, prevalentemente, i ceti medi e poveri del paese, e ricostruito il potere economico delle banche, messo alla prova dalla crisi finanziaria…
Dopo la totale assenza di coraggio del PD: incapace di dire di NO e scegliere le elezioni anticipate e di assumersi la responsabilità di governare la crisi…
Dopo l’irresponsabile azione politica del PD di queste ultime settimane: incapace di dare indicazioni unanimi e sciogliere l’ambiguità politica racchiusa tra un percorso che favorisca le larghe intese e quello del cambiamento (vano e irragionevole sarebbe attribuire questa responsabilità solo a Bersani) …
…La politica abdica al suo ruolo, affidando, ancora una volta a Giorgio Napolitano, il compito di risolvere “tecnicamente” ciò che andrebbe affrontato politicamente, attraverso scelte coraggiose di rottura con il passato e di fiducia in un futuro che possiede già la forza del cambiamento!
Se non fosse che non amiamo allarmismi e dietrologie chiameremmo questo “un colpo di stato strisciante”. Questa è una soluzione che ci avvia alla “grande coalizione”, contro le scelte dell’elettorato e incapace di vedere la crisi della politica, che non è “antipolitica” ma ricerca di soluzione nuove e partecipate e vicine ai bisogni dei cittadini (anche se spesso confuse)!
Il PD pagherà duramente l‘ignavia politica e l’inconsistenza del suo progetto: il suo futuro elettorale è segnato e il futuro politico compromesso! Ma ci preoccupa il prezzo che dovranno pagare i cittadini.
Per questo siamo convinti che le priorità dell’agire politico non si ritrovino nello spazio istituzionale ma nella necessità di ricostruire e riaggregare i bisogni dei cittadini verso la formazioni di occasioni di movimento capaci di condizionare e/o determinare e/o dirigere scelte politiche diverse.
Se queste esperienze potranno dare vita ad un soggetto politico nuovo si potrà capire solo nella pratica quotidiana dell’azione politica, finalizzata a fare partecipare i cittadini per il cambiamento delle scelte economiche e sociali locali, nazionali e generali.
Oggi, se fossimo in Parlamento, vorremmo votare Stefano Rodotà presidente, perché sarebbe una garanzia per i diritti di tutte/i, per il rispetto della Costituzione, per il riconoscimento del processo di costituzione dei beni comuni, per le libertà di tutte/i salvaguardando i più deboli.
In quel Parlamento non ci siamo (e riteniamo quella collocazione, in questa fase storica, di scarsa rilevanza), così invitiamo tutte/i ad agire, qui e subito, per salvaguardare ed estendere i diritti personali e collettivi nostri e di quelli a cui sono sottratti e/o calpestati!
Un altro mondo è possibile!
marco sansoè
Biella, 20/4/2013