Africa e non solo… Che fine ha fatto, a sinistra, la guerra?
Ancora una volta la guerra è tornata nella storia. Dietro il cavallo di troia dei diritti umani, l’Italia si lancia in ripetute guerre “umanitarie”, ultimo travestimento delle conquiste imperialiste. Una politica estera di pace, invece, dovrebbe avere, come primo caposaldo, il rifiuto di ogni ingerenza armata in paesi terzi, comunque motivata, anche da presunte o vere violenze contro i diritti umani. La violenza non si combatte con la violenza bensì, ha insegnato Mandela, con i mezzi pacifici. La nostra piattaforma di pace si articola in quattro punti. Ognuno rappresenta una svolta decisiva.
- Svolta rispetto ai conflitti armati in cui l’Italia è (o è stata) coinvolta. Bisogna: – Mali: condannare l’attacco della Francia (nemmeno “autorizzato” dall’Onu!) invece di sostenerlo; – Afghanistan: ritirarsi ora, risarcire il paese, invece di continuare a uccidere per un anno o più; – Siria: premere per un cessate il fuoco e il negoziato tra tutte le forze, anziché fornire aiuti militari ai gruppi armati e un appoggio politico-economico al loro braccio politico (il CNS, poi la “Coalizione”); – Libia: riconoscere i crimini nostri e della Nato, commessi in spregio al mandato Onu; risarcire le vittime; considerare rifugiati gli esuli; svelare gli interessi dietro le falsità raccontate in coro dai media. INFINE: ripudiare la “guerra permanente” americana, rifiutando ogni collaborazione. Ad es., chiudendo le basi Usa come quelle “Africom” a Vicenza e a Napoli, create per le future guerre Usa in Africa.
- Svolta nell’impiego delle risorse economiche per la difesa dell’Italia Bisogna: – perseguire una politica di disarmo con la riconversione delle industrie belliche italiane; – cancellare o rivedere i progetti più onerosi: caccia F-35 e JSF, elicotteri NH-90, navi Fremm, ecc.; – revocare la L.244/12 che consente di riordinare le forze armate da forze di difesa in forze offensive.
- Svolta nella tutela del territorio nazionale italiano Bisogna: – usare i risparmi (punto 2) per bonificare i territori nazionali contaminati (Sardegna, Taranto, ecc.); – negare a paesi terzi l’uso dei poligoni di tiro e ogni altra attività che contamini il territorio italiano; – vietare sul territorio nazionale lo stoccaggio di armi nucleari o la costruzione dei nocivi radar MUOS.
- Svolta nella conduzione della politica estera italiana Bisogna: – passare da “membro” a “partner” della Nato per non essere trascinati in guerre decise da altri; – richiedere l’estradizione dei 23 agenti Cia condannati dai tribunali italiani e latitanti negli Usa; – recuperare il ruolo di “protagonista della pace” che l’Italia svolse durante parte del Rinascimento, quando inventò la diplomazia internazionale e riuscì ad appianare tante controversie nel mondo.
Basta giocare di rimessa! Basta sudditanza! Basta guerre! Per una politica estera attiva di pace!
Promotori Rete No War e PeaceLink, Per una politica estera alternativa, di pace .