UN VOTO PER PROMUOVERE LA LETTURA
Lettera aperta ai candidati alle elezioni politiche del 24-25 febbraio 2013
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Gentili candidate e candidati,
ci rivolgiamo a voi, che vi candidate a governare il Paese, chiedendovi un impegno concreto a operare nella prossima legislatura a favore del libro e della lettura.
Tutti gli indicatori di cui disponiamo mostrano l’esistenza di una stretta correlazione tra lettura dei libri e condizioni favorevoli a una migliore qualità della vita e al benessere complessivo della persona e delle comunità, non misurabile solo attraverso il PIL. Dove si leggono più libri si leggono anche più giornali, si va più spesso al cinema o al teatro, si ascolta più musica, si frequentano di più i musei. Non solo: la lettura di libri si combina positivamente anche con l’uso delle nuova tecnologie e in particolare di Internet.
Ancora: dove la lettura è abitudine più diffusa, in molti casi è anche più alto il reddito, è migliore la qualità della vita, la società è più coesa, sono maggiori la capacità di innovazione e la propensione alla crescita, è più forte la difesa della legalità, sono minori la corruzione, la criminalità e la discriminazione nei confronti delle donne. Secondo i dati diffusi dai pediatri di ‘Nati per leggere’, anche la salute e il benessere complessivo dei bambini traggono vantaggio dalla pratica dei genitori di leggere libri ai figli fin dai primi anni di vita.
Come mai allora le classi dirigenti italiane, con poche eccezioni, hanno prestato così scarsa attenzione al libro, alla lettura e ai loro luoghi, dalle biblioteche alle librerie, dalla scuola all’università e agli enti di ricerca? E questo proprio in un paese come l’Italia in cui la propensione alla lettura è più bassa della media europea. La responsabilità principale è dei tagli a scuola, cultura e università effettuati dai governi recenti.
Particolarmente pesante è la situazione nelle regioni meridionali, dove a una storica arretratezza si aggiunge la debolezza del tessuto delle biblioteche e delle librerie.
Occorre invertire le politiche di definanziamento che hanno drammaticamente colpito il mondo della cultura e della formazione: per avere servizi da paese civile, occorre investire come e quanto i paesi civili.
Forse una parte della responsabilità è anche dei lettori di libri, che fin qui non si sono fatti sentire, non si sono mobilitati su una questione che pure sta loro molto a cuore. Il 24-25 febbraio voteremo anche per questo, per eleggere deputati e senatori che condividano queste nostre preoccupazioni e si impegnino ad affrontare questi problemi.
L’Associazione Forum del Libro intende mandare un segnale forte al Parlamento che stiamo per costituire, al quale chiediamo di approvare una legge organica in materia, come hanno fatto altri paesi europei. Intendiamo portare avanti questa iniziativa insieme a tutti gli attori della filiera del libro, dagli autori ai lettori, dai bibliotecari agli insegnanti, dai librai agli editori, e a tutti coloro, singoli o associazioni, che sono impegnati sul terreno della promozione della lettura, cui chiediamo di collaborare alla elaborazione delle proposte, arricchendole col loro contributo, di unire gli sforzi e coordinare le iniziative, e di vigilare su come il nuovo Parlamento lavorerà su questi temi.
Per contribuire alla preparazione della legge, proponiamo ai candidati di tutte le liste un confronto a partire da cinque punti semplici ma importanti, che non hanno carattere di parte ma interessano tutti gli italiani. Cinque punti che dovrebbero entrare nella nuova legge, ma potrebbero anche essere oggetto di provvedimenti d’urgenza. Cinque punti che, assieme alle adesioni raccolte, invieremo al Presidente della Repubblica, ai Presidenti e ai Capigruppo di Camera e Senato, al nuovo Governo.
CINQUE PUNTI PER FAR CRESCERE L’ITALIA CHE LEGGE
1. SCUOLA
Il Manifesto IFLA/Unesco afferma che “la biblioteca scolastica è essenziale in ogni strategia a lungo termine per l’alfabetizzazione, l’educazione, la fornitura di informazione e lo sviluppo economico, sociale e culturale”.
Proponiamo quindi che le biblioteche scolastiche siano riconosciute come parte qualificante del processo formativo e siano presenti in tutte le scuole, e che venga istituita e prevista in organico la figura del bibliotecario scolastico, che dovrà essere selezionato su competenze relative sia alla gestione della biblioteca scolastica sia al suo uso come risorsa didattica. Il bibliotecario scolastico dovrà coordinare iniziative specifiche di alfabetizzazione informativa per studenti e insegnanti, allo scopo di insegnare a studiare e a leggere la realtà, per formare nuove generazioni di cittadini consapevoli.
Proponiamo che il MIUR realizzi annualmente una piano nazionale per la lettura, valorizzando le migliori pratiche delle scuole e del territorio, sollecitando le scuole a offrire occasioni di avvicinamento ai testi e ai libri come condizione indispensabile per garantire il successo scolastico. La promozione della lettura dovrà essere presente nel piano dell’offerta formativa di ogni scuola con tempi e iniziative specifiche, possibilmente in coordinamento con biblioteche, librerie e altre manifestazioni sul territorio.
2. BIBLIOTECHE E CITTADINANZA
La biblioteca è un centro essenziale della crescita civile e culturale di un paese, è un luogo di mediazione informativa e documentaria ma anche di aggregazione; essa è spesso l’unico presidio culturale presente sul territorio, un fattore di qualificazione urbana e uno strumento fondamentale per combattere l’analfabetismo funzionale, che sempre più danneggia ed emargina fasce rilevanti della popolazione. Oltre alla disponibilità di libri, di tecnologie e di spazi per lo studio, la biblioteca mira alla formazione e al potenziamento delle capacità personali lungo tutto l’arco della vita e a costruire le competenze per un accesso sempre più qualificato e consapevole alla conoscenza e all’informazione. Grazie alla sua gratuità, consente ai cittadini maggiormente colpiti dalla crisi di continuare ad accedere a servizi culturali ed informativi di qualità.
Proponiamo l’abrogazione dell’art. 19 del Decreto sulla spending review, che esclude i servizi culturali dal novero delle funzioni fondamentali dei Comuni (ciò significa che biblioteche, teatri, musei, archivi potranno essere finanziati solo dopo aver provveduto a tutte le funzioni obbligatorie) e di adeguare i bilanci delle biblioteche, in modo da consentire loro di rappresentare al meglio la produzione editoriale.
In ogni comune, la biblioteca deve rappresentare il punto di riferimento per le attività culturali legate al libro e alla lettura. In particolare, deve essere rinforzato il ruolo che essa svolge nel promuovere le abitudini e il piacere della lettura, soprattutto nei confronti dei bambini e dei giovani, eliminando i vincoli che limitano tale attività. Vanno potenziati i servizi delle reti culturali, in modo da rendere omogenea la qualità dei servizi sul territorio.
Le biblioteche non sono solo acquirenti di libri, ma svolgono un ruolo fondamentale per la promozione della lettura e la normativa dovrà tenerne conto. Proponiamo inoltre di modificare l’art. 15 della Legge sul diritto d’autore per rendere gratuite le letture pubbliche effettuate nelle biblioteche, e di promuovere il rafforzamento della rete bibliotecaria nazionale attraverso un capitolo specifico di investimento nei bilanci pubblici (statale e comunali), che sostenga ad esempio la progettazione e la costruzione di nuove strutture, adeguate alle esigenze della contemporaneità, accoglienti ed efficaci.
3. LIBRERIE DI QUALITÀ
Il pluralismo delle idee ha bisogno di pluralismo dei soggetti che le producono e le diffondono: autori, editori, librai. La libreria è un centro essenziale per incontrare i libri di ieri e di oggi, specialistici e di interesse generale, romanzi, saggi, manuali. La libreria di qualità è quella che promuove attivamente la lettura nel suo territorio e che nel suo assortimento tiene insieme catalogo e novità, grandi e piccoli editori. Come già accade in Francia, proponiamo il riconoscimento specifico per le librerie di qualità, che comporti fra l’altro l’accesso ad agevolazioni fiscali legate anche alla locazione delle sedi e garantisca priorità nella fornitura alle biblioteche.
Essenziale è il rapporto tra librerie, biblioteche e scuole, perché dove si realizza una forte collaborazione tra le diverse componenti del circuito distributivo del libro diventa più facile portare avanti iniziative efficaci e non episodiche di promozione della lettura. All’interno di questo raccordo, si potranno prevedere facilitazioni nei permessi di uso del suolo pubblico per le manifestazioni ed iniziative che portano i libri al di fuori degli spazi abituali.
4. LEGGERE IN RETE
La diffusione della lettura, e in particolare della lettura di testi articolati e complessi, è una priorità anche nell’ambiente digitale. È compito della Repubblica assicurare un ecosistema digitale della lettura in cui siano garantiti il pluralismo delle voci e dei soggetti, il rispetto dei diritti degli autori e dei lettori, la disponibilità di spazi e strumenti aperti per le attività di socializzazione in rete attorno al libro e alla lettura, e la difesa della bibliodiversità. Proponiamo che ai libri elettronici sia pienamente riconosciuta la natura di prodotti culturali, anche dal punto di vista fiscale; che sia garantita la libera disponibilità in formato digitale dei prodotti della ricerca finanziata per oltre il 60% con denaro pubblico; che venga avviato un progetto nazionale di digitalizzazione per i libri fuori commercio e per quelli fuori diritti, finanziato anche attraverso sanzioni economiche su pirateria e violazioni del copyright, in grado di assorbire e integrare gli sforzi pubblici e quelli privati oggi esistenti al riguardo.
5. UN PIANO PER LA LETTURA
È essenziale coordinare le politiche pubbliche, statali, regionali e locali, in un piano per la lettura, adeguatamente finanziato, da valutare e aggiornare annualmente.
L’esperienza del Centro per il libro e la lettura ha dimostrato la difficoltà di operare in un contesto dove le competenze e le risorse sono frammentate fra molti e diversi soggetti istituzionali. Proponiamo quindi di modificarne la forma e l’assetto, dotandolo di maggiore autonomia e rilanciandone l’azione, in modo da
– metterlo in condizione di raccordare le competenze e le iniziative per la promozione della lettura e del libro ai vari livelli di governo, anche favorendo il partenariato pubblico-privato;
– dotarlo di strumenti normativi e finanziari adeguati a garantire operatività ed efficacia;
– consentirgli di coordinare e valorizzare le esperienze e le buone pratiche delle associazioni di base e delle realtà del volontariato che nei più diversi ambiti hanno promosso sul territorio la lettura di libri negli ultimi decenni.
Occorre investire nella formazione degli operatori, in modo che sappiano rinnovarsi ed adattarsi alle novità e ai mutati bisogni dei cittadini.
Nell’ambito dei provvedimenti finalizzati a rilanciare i consumi, una politica di promozione della lettura dovrà prevedere anche incentivi per l’acquisto di libri e l’abbonamento a riviste, attraverso sgravi fiscali almeno per determinate categorie di contribuenti (famiglie con figli che frequentano la scuola dell’obbligo o in cui siano presenti neolaureati da meno di 18 mesi e in cerca di prima occupazione, lavoratori in mobilità, insegnanti etc.).
Rispetto alle tante attività di promozione della lettura, organizzate da biblioteche e altri soggetti, pensiamo che almeno alcune di esse potrebbero essere destinatarie del 5 per mille dell’Irpef e che si potrebbe prevedere la deducibilità delle donazioni effettuate a loro favore.