Ospitiamo un intervento di Roberto Pietrobon già apparso sul blog www.alasinistra.org
Questa condanna era nell’aria e, come tutte le cose scontate, verrebbe da chiedersi le motivazioni reali di certe scelte. Il processo a carico di Umberto e Valentina era già un assurdo di per sè perchè si basava – come uno analogo che mi vide protagonista quasi dieci anni fa e per il quale fui, fortunatamente assolto – su una legge fascista, il Codice Rocco, e soprattutto perchè si scaglia contro il diritto al dissenso pacifico.
Nel febbraio scorso avevo scritto dopo la condanna agli ex aennini (dove chiamarono addirittura Bertinotti a testimoniare) “che (la loro condanna) rappresentasse una sorta di bilanciamento per altre analoghi processi che nei prossimi mesi vedranno coinvolti giovani militanti di sinistra a Biella.” Non mi sbagliavo ed ecco giunta la condanna per una manifestazione studentesca dove gli “organizzatori” all’epoca avevano neanche vent’anni.
E’ la legge bellezza! sono sicuro mi verrà risposto e -aggiungeranno – la Questura ha agito correttamente nel denunciare 50 ragazzini che protestavano – senza le formali autorizzazioni – contro una riforma classista e che sta, ancora oggi, producendo pesantissimi effetti nella scuola italiana. La questura ha agito correttamente e tanto ha fatto il Giudice condannando Umberto e Valentina.
Ma siccome io credo che “quando la legge è ingiusta dissobbedire diventi un dovere” (e il Codice Rocco ha il solo scopo di reprimere il dissenso) allora faccio mie le parole di Don Lorenzo Milani affermando per questo fatto e non solo che “l’obbedienza non è più una virtù”.
Per questo ai “disobbedienti” Valentina e Umberto va tutta la mia solidarietà per questa condanna e, nel caso, sono a disposizione ad ospitare qui e altrove tutte le iniziative di solidarietà a partire da quelle che serviranno per recuperare i 2200 euro della loro condanna.
Roberto Pietrobon