La limpidezza delle politiche conservatrici e miopi del governo Monti mi inducevano a pensare che la Cgil, dopo una fase di “trattativa” (o per alcuni concertazione) avrebbe scelto la lotta (termine obsoleto?), invece eccoci di fronte ad un sindacato che privo della necessaria autonomia fa da sostegno alla politica del PD.
Partito che ha già compiuto la sua scelta di campo: a poco valgono le giustificazioni emergenziali, ciò che è accaduto con le pensioni e ciò che sta accadendo con il ddl sul lavoro non sono rischi da prendere per uscire dalla crisi (tanto così non se ne esce!), ma scelte strategiche di politica economica che solo dichiarazioni occasionali smentiscono.
I documenti e i programmi del PD confermano queste scelte in tutta la loro ampiezza (vedi le dichiarazioni di Ichino in questi giorni).
Nel PD è in corso una deriva moderata che è ormai programma liberal-democratico, questa si rafforza con le ulteriori riduzioni degli spazi di democrazia e di agibilità politica nella società italiana, e si muove all’interno di una crisi, che pare insanabile, dei partiti e della politica.
Facce pulite e buone maniere non fanno la differenza, alleviano solo il disgusto; la differenza è fatta dalle politiche economiche e sociali alternative a queste.
In questo contesto la CGIL sceglie di tenere un profilo basso… per questo esprimo il mio profondo dissenso. Ora, in ritardo, non potremmo che inseguire, e anche la Cgil perdere quel necessario contatto con la società che abbiamo ancora perché svolgiamo pratiche da patronato!
Ciascuno si assuma le proprie responsabilità, ma… se non ora quando? SCIOPERO GENGERALE !!!
marco sansoè