In queste ore si sta consumando l’ultima resistenza delle popolazioni valsusine contro la TAV. Impedire l’avvio dei cantieri per neutralizzare i finanziamenti europei e così bloccare l’Alta Velocità. Questi gli obbiettivi del movimento, questa la volontà delle popolazioni valsusine che intendono così:
– ribadire il diritto alla gestione diretta del territorio nel quale vivono;
– difendere la qualità dell’ambiente e del paesaggio;
– criticare e costruire una alternativa ad un modello di sviluppo obsoleto che si poggia sulla velocità, gli alti consumi energetici e l’assenza di rispetto per il territorio;
– proporre una diversa qualità della vita e una nuova democrazia partecipativa.
A fianco di quella lotta si muovono movimenti e soggetti sociali che intendono ribadire l’indisponibilità ad accettare scelte economiche, sociali e ambientali senza il consenso dei cittadini o contro la loro volontà. La disobbedienza civile diventa l’ultimo strumento che i cittadini senza rappresentanza possono mettere in gioco contro i poteri forti e un modello di sviluppo che nega il rispetto delle persone, dell’ambiente e del territorio.