Alla parata militare
sputò negli occhi a un innocente
e quando lui chiese “Perché “
lui gli rispose “Questo è niente
e adesso è ora che io vada”
e l’innocente lo seguì,
senza le armi lo seguì
sulla sua cattiva strada
Alla parata della Taurinense svoltasi a Biella alcuni giorni fa avremmo anche noi voluto sputare negli occhi ad un’innocente e spiegargli che questo è niente in confronto all’orrore della guerra, anche quella combattuta dai soldati Italiani nei paesi del Golfo, nei Balcani o in Africa ma a noi descritta come un’azione di polizia internazionale.
Avremmo voluto, come nella ballata di De André e De Gregori, sollecitare un giovane obbligato alla leva ed in procinto a partire in guerra a conservarsi innocente e a disertare, condividere la nostra cattiva strada, il rifiuto alle armi; ma oggi i soldati, anche gli alpini, sono ormai mercenari ingaggiati a 5/6.000 euro al mese e sordi alla virtù.
Avremmo voluto cantare ai bambini delle scuole di Biella, strumentalmente chiamati a sventolare bandierine, “Se verrà la guerra” o la “Guerra di Piero” ma chi si occupa della loro educazione ha preferito essere compiacente ai poteri locali e centrali.
Avremmo voluto illustrare quanto la guerra (anche questa guerra) sia sempre dettata da interessi economici e mai da ragioni umanitarie o per “liberare” un popolo; che questi interessi economici non sono solo più connessi al singolo Stato, come in passato, ma alle Imprese nella loro attuale dimensione multinazionale e globale, Capitale ed Impero ancora dediti a colonizzare.
Quanto avremmo voluto e non siamo riusciti a fare – tanto oscura è la stagione dei diritti e delle politiche di pace – è comunque riassunto in questa ballata senza tempo, in poche strofe.
Cantala con noi, fischiettala con gli amici o anche da solo, e diffondila: solo se in tanti si smetterà di tacere qualsiasi parata militare, come quella che abbiamo visto scorrere a Biella, apparirà nella sua assurdità, più noiosa di un funerale.
sprigioniamodiritti
Biella – Novembre 2010