Acqua e referendum, una moratoria delle privatizzazione
Oltre un milione e 400 mila donne e uomini di questo Paese hanno firmato i tre quesiti referendari promossi dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua e da una grandissima coalizione sociale raccolta nel Comitato promotore. Hanno posto la loro firma perché hanno capito che la battaglia per l’acqua pubblica è una battaglia di civiltà, per la tutela e l’accesso universale ad un bene comune. Concetti incompatibili con ogni forma di privatizzazione e di consegna al mercato di un bene essenziale alla vita.
Per questo chiediamo alle forze politiche e istituzionali l’immediata approvazione, comunque entro il 31 dicembre, di un provvedimento di moratoria sulle scadenze previste dal decreto Ronchi e sulla normativa di soppressione delle Autorità d’Ambito territoriale, che rischiano di accelerare i processi di privatizzazione e vanno di conseguenza posticipate a dopo il referendum.
Contemporaneamente, poiché in caso di elezioni anticipate la scadenza referendaria, attualmente prevista per la primavera 2011, verrebbe posticipata di un anno, chiediamo che sin da subito le forze politiche e istituzionali si impegnino ad approvare, nel caso si renda necessario, un provvedimento di deroga a quanto previsto dalla legge 352/1970, in modo da poter svolgere i referendum entro il 2011. Così come a livello territoriale chiediamo a tutti gli enti locali di procedere verso la ripubblicizzazione del servizio idrico e la sua gestione pubblica e partecipativa, e di fermare tutte quelle iniziative che predispongono l’ingresso dei privati nelle società, l’ulteriore aumento delle loro quote di capitale e tutte le manovre societarie di inglobamento dei grandi gestori nei confronti delle piccole gestioni.
La straordinaria raccolta di firme e la diffusa consapevolezza sociale sul tema dell’acqua richiedono il rispetto di una volontà popolare già espressa, quella di poter votare prima possibile su un tema essenziale per la vita delle persone. I referendum costituiscono un’insostituibile occasione per l’apertura di una grande discussione in tutto il Paese su un tema che è di stretta attualità. Dalla Bolivia alla Francia, dal Brasile al Belgio sono in atto mobilitazioni e conflitti tra chi si batte per la gestione pubblica e partecipativa dell’acqua e chi vuole consegnarla ai capitali finanziari delle grandi multinazionali. La stessa Assemblea Onu ha riconosciuto che «l’acqua potabile è un diritto fondamentale, essenziale per il pieno godimento del diritto alla vita e di tutti i diritti dell’uomo» e ha rivolto un invito agli Stati e alle organizzazioni internazionali a fornire tutte le risorse finanziarie. Per questo chiediamo l’apertura di una discussione, con una informazione seria e documentata e un confronto senza menzogne e senza propaganda. Sarebbe una grande occasione di crescita collettiva e di democrazia.
il manifesto, 27 Ottobre 2010