Martedì 21 settembre, alle ore 17,00 si sono autoconvocati insegnanti e non docenti “precari” e di “ruolo” per capire la situazione, ad oggi, dei lavoratori della scuola che lavorano o licenziati.
Per due ore ci siamo confrontati sulle strategie da adottare nelle diverse scuole per affrontare la drammatica situazione dei lavoratori precari, sia che lavorino a orario ridotto sia espulsi dalla scuola. Erano presenti rappresentanti dei sindacati scuola di Cgil, Cisl, Uil, Cobas e Anief.
E’ emerso il bisogno di dar vita a comportamenti improntati alla solidarietà tra i lavoratori, per questo si è deciso di avviare le seguenti azioni:
- Rinunciare ad ore eccedenti le ore contrattuali di 18 ore cattedra, in modo da “costringere” i Dirigenti scolastici ad assumere lavoratori precari espulsi dalla scuola. Anche se le cattedre sono in buona parte fatte, c’è ancora qualche margine per intervenire.
- Rinunciare a svolgere le attività aggiuntive pagate dal Fondo d’Istituto (…corsi di recupero, alfabetizzazione per stranieri, supplenze pagate, …) ore da attribuire a chi ha cattedre incomplete o a insegnanti assunti appositamente.
- Invitare le RSU delle singole scuole a vigilare sulle assunzioni e favorire l’adozione di regolamenti uguali in tutte le scuole in materia di assunzioni; garantire la spesa di tutti i residui Fondi d’Istituto entro il 31/12/2010 per impedire che vadano nei fondi per i “rapporti tra scuola e Forze armate”.
I presenti hanno deciso di dar vita ad un comitato d’agitazione permanente dei lavoratori della scuola e trovare un locale in una delle scuole biellesi dove poter riunirsi, scambiare informazioni e costruire azioni utili; …e dar vita a un fondo di solidarietà per i lavoratori precari in stato di bisogno.
Si è aperto anche un confronto sulle azioni di lotta. Denunciando l’atteggiamento denigratorio interno ed esterno alla scuola nei confronti dei lavoratori precari; la scarsa sensibilità della stampa nazionale e locale nei confronti del mondo della scuola; il maggiore carico di lavoro sul personale non docente drammaticamente ridimensionato; la tendenza della società a considerare il lavoro docente cosa di poco conto e, comunque, i lavoratori della scuola dei “fannulloni”.
Si è deciso di rendere visibile il disagio di questo mondo attraverso presidi in città e lettere da inviare ai giornali cittadini, che raccontino il disagio vissuto dai lavoratori della scuola.
Di sensibilizzare studenti e famiglie sui guai prodotti dalla politica di tagli del governo.
Si sta discutendo di avviare forme di lotta (come la decisione di non accompagnare gli studenti nelle visite d’istruzione…) in modo da palesare la difficoltà in cui versa la scuola senza strumenti e senza fondi.
L’assemblea si è sciolta riconvocandosi
Martedì 28 settembre, ore 17,30, ITI, aula 39
comitato d’agitazione permanente delle scuole biellesi