Una politica migrante, di Marco Sansoè

io non respingoLe politiche del Governo (quelle attuali e quelle promesse) sono sbagliate e inefficaci.

L’instabilità istituzionale e le contraddizioni politiche della Libia rendono inefficace qualsiasi accordo: il destino dei “respinti” e di coloro che non potranno partire saranno le discriminazioni, le vessazioni, la detenzione, i pestaggi e la riduzione in schiavitù (ascoltate i racconti degli africani che giungono in Italia dalla Libia!). Inoltre si moltiplicheranno gli scafisti senza scrupoli che si offriranno, a prezzi maggiorati, di portare i migranti in Italia!

La soluzione è nell’apertura di “canali umanitari” finanziati dall’Europa e dagli Stati nazionali. Non c’è alternativa: per evitare le stragi durante i percorsi nel deserto (5000 morti nel 2016) o durante le traversate in mare (più di 4000) l’unica strada percorribile è organizzare, a livello europeo, i flussi migratori!

Perché ciò sia possibile è necessario abrogare subito la legge Bossi-Fini: migrare non è reato, non può esserlo. La memoria dei 10 milioni di italiani che tra il 1870 e il 1970 hanno lasciato l’Italia dovrebbe indurci a ripensare le categorie dell’accoglienza. Ancora nel 2016 il numero di coloro che hanno lasciato l’Italia è superiore al numero di coloro che sono entrati!

L’accoglienza deve essere garantita a tutte e a tutti senza distinzioni, con i finanziamenti dell’Europa per i Paesi che presentano progetti sostenibili, favorendo la distribuzione dei migranti nei diversi paese della Comunità. Solo così ci sarebbe spazio per il rispetto del diritto internazionale e della dignità della persona.

Il Governo italiano deve avviare piani di accoglienza diffusa con il concorso degli Enti locali, il consenso e la condivisione di parte della popolazione, quest’ultima potrà così svolgere un ruolo di controllo della qualità del servizio e del rispetto delle regole. Lo Stato in prima persona deve assumersi la responsabilità e la gestione dei progetti sottraendoli alle speculazioni del malaffare!

Nessuna tentazione “concentrazionista” (l’apertura dei CIE) o pratica poliziesca (quelle diffuse dal capo della Polizia Gabrielli) possono rispondere alle reali esigenze dei migranti, l’agibilità personale, e dei cittadini italiani, la sicurezza. Queste si raggiungono attraverso la condivisione di progetti di integrazione nei quali la cittadinanza possa svolgere un ruolo attivo di accoglienza e/o di controllo.

Con i “paesi del mondo migrante” è necessario aprire subito un confronto, nel quale l’Occidente sappia svolgere una profonda revisione critica del suo operato nei due secoli appena trascorsi. È necessaria una critica profonda delle politiche militari e economiche, che hanno rapinato e soggiogato questi paesi, sopraffatti attraverso il controllo delle materie prime e la costituzione di governi corrotti: paesi “inventati” (si vedano i confini sulle mappe) privati della loro lingua e mortificati nella loro cultura!  Forse è indispensabile cominciare chiedendo scusa ed aprire così una nuova epoca di collaborazione che rinunci alle attuali tentazioni neocoloniali, anche quelle camuffate da “esportazione della democrazia”!

In ogni caso non c’è nessuna politica che potrà fermare le masse migranti, non è mai accaduto in decine di migliaia di anni! C’è sempre una ragione necessaria agli spostamenti e questa costituisce una ragione profonda e inarrestabile: governare questi processi vuol dire accogliere razionalmente chi cerca un altro mondo possibile e lavorare con loro per realizzarlo.

Dobbiamo ostacolare qualsiasi atto discriminatorio, favorire l’accoglienza di tutte e tutti, sabotare la legge Bossi-Fini, controllare la qualità dei processi di accoglienza in atto e favorirne altri.  Dobbiamo costruire comunità solidali capaci di agire in autonomia e rispondere ai bisogni dei migranti favorendone l’autogestione!

Biella, 16/1/2017

Marco Sansoè

info@lacittadisotto.org

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