La sentenza della Corte d’Appello di Napoli. Assolti i cinque operai licenziati dalla FCA!

meritocrazia 2“IN NOME DEL POPOLO ITALIANO”, così recita la sentenza della Corte d’Appello di Napoli, che assolve Mignano Domenico, Montella Antonio, Cusano Marco, Napolitano Massimo, Fabbricatore Roberto condannati dal Tribunale di Nola per aver denigrato e recato danno d’immagine e economica all’azienda FCA.

Questi avevano messo in scena, davanti ai cancelli della Fca di Pomigliano, il suicidio di Marchionne, non prima di aver chiesto scusa agli operai in seguito al suicidio di alcuni di essi…

La Corte d’Appello di Napoli sancisce così il diritto di critica e di azione sindacale dei lavoratori in difesa dei propri bisogni!

La Corte dichiara: “Il monito rivolto ai successori dell’attuale amministratore delegato dott. Sergio Marchionne, di non pensare solo al profitto ma anche al benessere dei lavoratori, rappresenta una legittima manifestazione del diritto di critica”.  Inoltre “La rappresentazione scenica realizzata, per quanto macabra, forte, aspra e sarcastica, non ha travalicato i limiti di continenza del diritto di svolgere valutazioni critiche dell’operato altrui (quindi anche del datore di lavoro)”.

A proposito delle responsabilità “morali” della Fca per i suicidi in azienda la Corte sentenzia che: “Non può dirsi fondata solo su una loro parsonale convinzione, né inventata di sana pianta, dal momento che uno dei dipendenti morto suicida aveva lasciato uno scritto nel quale attribuiva tale tragica scelta alla propria condizione lavorativa. Aggiungasi che la collega dei reclamanti, suicidatasi a maggio 2014, Maria Baratto, molto impegnata sindacalmente, aveva alcuni anni prima pubblicato uno scritto intitolato “Suicidi in Fiat” che iniziava così: ‘Non si può continuare a vivere per anni sul ciglio del burrone dei licenziamenti'”.

A proposito del danno d’immagine e economico la Corte afferma: “Non risulta prova del concreto danno, nessuna prova è stata data da parte datoriale”… “Risulta per converso che la società ha conseguito notevoli successi a livello internazionale, anche con riferimento al posizionamento del titolo in borsa, come si è potuto apprendere dai giornali e, peraltro, sui meriti acquisiti dalla Fiat, anche per l’anno 2014, ne ha dato conto la stessa reclamata nella sua memoria difensiva”.

Giustizia è fatta! Ora i lavoratori dell’azienda attendono il rientro in fabbrica dei loro cinque colleghi di lavoro!

marco sansoè

info@lacittadisotto.org

Le citazioni della sentenza sono tratte da “A nome del popolo italiano”, Francesca Fornario, il manifesto, 29/9/2016

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *