25 aprile :: Il carcere è da sempre lo specchio di un paese

NoTav BiellaSe volete andare in pellegrinaggio dove è nata la nostra costituzione… andate nelle carceri ove i partigiani i furono imprigionati (Piero Calamandrei)

Il consiglio di uno dei “padri” della costituzione antifascista va considerato ricordandosi che all’art. 27 sta scritto che:

  • le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
  • non è ammessa la pena di morte.

 In Italia, a differenza di altri stati europei, permangono però in vigore FASCISTI strumenti di repressione:

  • l’ergastolo
  • il carcere duro, le sezioni ad alta vigilanza, il 41-bis, ecc.
  • un severa normativa per la pubblica sicurezza finalizzata o impropriamente utilizzata per contenere lotte sindacali, battaglie ambientaliste, movimenti di opposizione politico-governativa.
  • le carceri sovraffollate
  • un sistema detentivo degradante
  • il ricorso alla tortura (manca il reato e la volontà di perseguirlo penalmente)
  • l’impossibilità di identificare gli agenti che commettono soprusi

In occasione della FESTA DELLA LIBERAZIONE è dunque opportuno interrogarci anche su questi temi, “andare nelle carceri”.

Nel ventennio fascista la repressione (politica, sindacale, culturale, razziale, ecc.) fu condotta esplicitamente, senza mezzi termini.

Oggi le forme sono più subdole, si confonde o si antepone “Legalità”  a “Giustizia”, con effetti non meno severi sotto il profilo umanitario (i dati relativi ai suicidi in carcere e il numero dei detenuti sottoposti al 41-bis sono a costante monito) ma con gli stessi fini: la salvaguardia degli interessi governativi (sempre più coincidenti con ristretti gruppi di potere e di interessi economici) con la circoscrizione/soppressione delle attività di opposizione, sovente assimilate al mero delinquere.

La riforma costituzionale ed elettorale sono in questa direzione: una DEMOCRAZIA sottratta alla SOVRANITA’ POPOLARE e sempre più subordinata alla GOVERNABILITA’ e alle LEGGI DI BILANCIO.

Chi appartiene al mondo partigiano ha già colto i rischi insiti nella “terza repubblica” aderendo alle iniziative per sostenere il NO al prossimo referendum costituzionale.

A questa coraggiosa consapevolezza – è il nostro auspicio – si aggiunga anche quella sul mondo carcerario e sul sistema delle pene:  il carcere è da sempre lo specchio di un paese e gli antifascisti non possono esimersi da una costante e doverosa analisi critica di questa realtà.

Donato Lace 25 aprile 2016

 

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