Da qualche luogo pieno di dolore e di rabbia‏.

 

Dagli zapatisti un appello importante. Nuove azioni contro di loro (l’uccisione del maestro della Escuolita zapatista Galeano) stanno minacciando la vita delle comunità liberate. Facciamolo sapere, aiutiamoli con le denucie internazionali, mandiamo la nostra solidarietà!

marco sansoè

Compas,

 

vi scrivo in un momento pieno di rabbia e dolore collettivi. In uno di quei momenti in cui ti ricordi di vivere in un paese in guerra. Una guerra lunga, che si perde di vista quando sia iniziata, una guerra permanente contro la popolazione, contro i popoli, che se guardiamo bene è in corso in tutto il mondo, ma qui è più sfrontata.

Il 2 di maggio hanno ucciso Galeano. Sono stati i paramilitari, ovvero il governo messicano. Galeano l’avevamo conosciuto in Agosto del 2013, all’Escuelita Zapatista. Eravamo migliaia, da tutte le parti del Messico e da tutte le parti del mondo, siamo arrivati in Chiapas e abbiamo avuto l’opportunità, il privilegio, di conoscere per una settimana la realtà che hanno costruito gli zapatisti in questi 20 anni di lotta e resistenza. Abbiamo vissuto ciascuno in una famiglia zapatista, e ci accompagnava un Guardiano o una Guardiana. Abbiamo conosciuto la forma di autogovernarsi, la forma del sistema di educazione autonoma, di salute autonoma, di resistenza economica e tutte le aree dell’organizzazione della vita, con cui gli zapatisti ci dimostrano che è possibile un altro mondo, che è possibile essere anticapitalisti davvero, senza ingiustizie. Il titolo dell’Escuelita era appunto: La libertà secondo gli e le zapatiste.

A me è toccato andare nella zona “Selva Fronteriza”, al confine con il Guatemala, nel cuore della Selva Lacandona. Le comunità zapatiste che si trovano in quella zona si organizzano a livello regionale in ciò che loro chiamano Caracol I “La Realidad. Madre de nuestros sueños”. La Realidad è la sede della Giunta di Buon Governo (una delle cinque esistenti in territorio zapatista), ovvero il governo autonomo rotativo del livello regionale. Varie centinaia di persone, soprattutto giovani siamo arrivati alla Realidad e lí ci aspettavano i nostri guardiani e le nostre guardiane, e un collettivo di una ventina di maestri. I maestri della Realidad li coordinava Galeano, un compa pieno di allegria, molto preparato che dimostrava ad ogni istante una disciplina piena di amore nei confronti di quello che stava facendo: lottare, ovvero, in quel momento, condividere con noi “alunni de la Escuelita” la speranza che costituisce sapere che siamo in tanti quelli che stiamo lottando quotidianamente per costruire altre relazioni sociali, basate sulla libertà.

L’esperienza dell’Escuelita è stata fortissima, una cosa che non si può spiegare solo con parole. Forse la metafora più adeguata potrebbe essere quella dell’innamoramento. Non l’innamoramento verso una persona, ma verso un mondo, una forma di lottare, un’etica, un “noi” grandissimo, verso una rabbia piena di dignità, una speranza. Ovviamente l’Escuelita non è finita lì in territorio zapatista, ma lì è cominciata: cosa fare, come avanzare ora insieme tra le persone che lì ci siamo incontrate con le e gli zapatisti? Questo è stato un motore molto importante dei sentieri dell’autonomia di moltissimi gruppi in Messico e nel mondo che si riconoscono come “aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona dell’EZLN”, tra cui l’Universidad de la Tierra di Oaxaca, dove negli ultimi mesi abbiamo fatto tantissimi passi in avanti nell’organizzazione dal basso anche grazie agli insegnamenti dell’Escuelita e di Galeano.

Il 5 maggio la Giunta di Buon Governo, l’autorità civile, ha denunciato l’aggressione paramilitare in cui hanno ucciso barbaramente il compa Galeano. E ha passato il “problema” all’EZLN, ovvero alla struttura politico-militare. L’EZLN è tornato dopo più di 10 anni nel territorio delle comunità. Qui si può leggere la sensazione di dolore e di rabbia che stanno vivendo in questo momento i compas, grazie al testimonio del Subcomandante Marcos. Il Sub Marcos spiega perchè è risultato necessario cancellare una serie di eventi politici importantissimi che si erano programmati per inizio Giugno, tra cui un incontro a porte chiuse con rappresentanti dei popoli indigeni del Messico e un’incontro aperto a tutti gli aderenti dove si sarebbe lanciata una nuova iniziativa politica nazionale e internazionale (l’ultima era stata La Otra Campaña nel 2006). La ragione è che il cuore dello zapatismo è in pericolo ed è necessario difenderlo.

Per questo il 24 maggio si realizzarà alla Realidad un evento in omaggio al compa Galeano e così in tutto il mondo dove ci siano persone di buon cuore, che si sentano convocate a unirsi in un abbraccio collettivo alle comunità zapatiste, perchè condividono la loro stessa lotta. Non si tratta di una solidarietà con un’organizzazione che è altro da noi. Si tratta di concepire l’uccisione di Galeano come un simbolo della guerra che in tutto il mondo i governi e il potere sta effettuando contro la gente, e concepire Galeano come un maestro della Libertà, la stessa che tutti cerchiamo di costruire, ognuno a suo modo.

Di solito noi abbiamo bisogno degli zapatisti, e regolarmente accendono una luce di speranza che ci schiarisce le idee e illumina il cammino a seguire. Questa volta gli zapatisti hanno bisogno di noi: se rispondono militarmente è il miglior pretesto perchè il governo mandi l’esercito a distruggere il Caracol. Se rispondono come normalmente lo fanno attraverso la giustizia comunitaria che hanno costruito in maniera civile e pacifica in questi vent’anni, corrono il rischio che i paramilitari occupino militarmente la zona nell’impunità più totale. È necessario rompere il silenzio che i mezzi di comunicazione a servizio della “dittatura-di-fatto” messicana hanno costruito sugli zapatisti. È necessario uscire per strada a fermare la guerra come nel 94. Galeano è tutti noi. È la nostra libertà che costruiamo insieme.

la vostra compa Irene

 

da Alfa+più Quotidiano in rete, 24/5/2014

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